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Gianni Rodari

Accordi Italia-Azerbaijan, e la Russia sta a guardare

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L’Italia diventerà il nuovo influencer del trasporto del gas. Come? Con il Gasdotto Trans-Adriatic Pipeline (Tap), targato Eni e controllato della società azera Socar, che partirà dall’ Azerbaijan e attraverserà Grecia, Albania, Mare Adriatico per approdare in Puglia dove avrà la sua base natural gas pipeline. futuro quotidianooperativa in Salento. Ad impegnare i governi per sviluppare la cooperazione e il coordinamento sui gasdotti Trans Anatolian e Trans Anatolian Pipeline (Tanap) è la “Dichiarazione congiunta di partenariato strategico tra la Repubblica dell’Azerbaijan e la Repubblica Italiana”.
In questo modo nella rete italiana finirebbero 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale. Niente male se si considera che il gasdotto russo “South Stream” gestito da Gazprom negli ultimi anni, nonostante l’abbassamento del prezzo d’esportazione, costi moltissimo ai Paesi dell’Unione.

 

Il peso politico dei nuovi accordi
Non solo economico, il vantaggio di questa scelta è anche politico: la Russia non potrà più fare cartello sulle esportazioni e lascerebbe in questo modo, seppur indirettamente, uno spazio per altri Paesi nella stanza dei bottoni.
Che la Russia sia diventata arrendevole? A fare la parte del leone in questo caso non è stato il paese di Putin, ma l’ Azerbaijan. Già con il gasdotto “Nabucco”, progettato come l’alternativa al “South Stream”, attraverso il quale il gas russo avrebbe dovuto raggiungere l’Europa meridionale collegando, entro il 2015, i terminali di Novorossisk e dell’Europa south stream futuro quotidianooccidentale sul Mar Nero, il governo di Baku è intervenuto privando la pipeline di quella che doveva essere la sua principale fonte di rifornimento.
L’accordo tra Aliyev e Italia potrebbe preludere a sviluppi interessanti. Primo tra tutti la nuova posizione strategica che avrebbe la Puglia con il nuovo impianto. Poi i benefit da parte dell’Unione Europea che con il Nord Africa in fermento e la Russia imprevedibile, valuta l’Azerbaijan un partner sicuramente appetibile e vede di buon occhio il nuovo gasdotto che porterebbe benefici alla Comunità e darebbe un peso politico non trascurabile alla Ue in un settore finora monopolizzato. Infine, arriverebbero nuovi finanziamenti all’Italia da parte dei nuovi paesi amici.

L’investimento azero in Italia
La visita del Presidente dell’ Azerbaijan a Roma è da leggere proprio da questo punto di vista. Partendo dal presupposto che il petrolio azero non è più una risorsa a cui attingere e che nel giro di pochi anni l’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan non potrà più essere approvvigionato da fonti azere, il governo sta correndo ai ripari cercando un nuovo business di riferimento e trovandolo nel gas. Se si considera inoltre che i dati dei primi tre mesi 2014 ci identificano come primo partner commerciali dell’ex Repubblica Sovietica, la costruzione del nuovo gasdotto sta incoraggiando Aliyev a stringere rapporti di cooperazione anche in altri settori.
A cristallizzare quest’impegno è la firma di una convenzione che impegna il Ministero della Cultura dell’ Azerbaijan a donare a Roma 1.000.000 di euro per l’intervento di scavo archeologico e valorizzazione nell’ area dei Fori Imperiali.
L’impegno è stato preso, non ci resta che attendere i nuovi sviluppi.

Barbara Gherardi

 

 

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