Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

Adozioni, tra fragilità e legami spezzati

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“Fragilità nell’adozione e nei legami spezzati: con l’amore si risolve tutto?” è il tema del convegno – organizzato dal Consiglio regionale della Toscana in collaborazione e col patrocinio di Amsi, Associazione Medici d’ origine Straniera in Italia, e la Confederazione Internazionale UMEM, Unione Medica Euromediterranea – che si è tenuto  giovedì 10 maggio, alle 16, a Palazzo Bastogi in Via Cavour a Firenze.

Centrato sugli aspetti di  fragilità socio-sanitaria presenti attualmente nelle procedure d’adozione dei minori in Italia, e nella successiva gestione delle adozioni, il convegno è stato introdotto da Abukar Aweis Mohamed, coordinatore Amsi e Umem per la Regione Toscana. E ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani e del Consigliere regionale Paolo Bambagioni;   presenti inoltre rappresentanti degli Ordini dei Medici e degli Infernieri di Firenze e Pistoia e dell’ Ordine degli Psicologi della Toscana, e  professionisti della sanità e della scuola. L’evento sarà moderato da Margherita Lardo e Domenico Marziale.
“Abbiamo pensato di fare, con questo convegno, il punto della situazione”, ha spiegato Abukar Aweis Mohamed, ” perchè oggi, diversamente che in passato, le criticità dell’ adozione sono soprattutto nel post adozione. Il sostegno da parte del servizio socio-sanitario e istruzione scolastico alle famiglie adottanti, infatti, dura solo un anno. Dopodichè, solo le  famiglie con adeguati mezzi riescono ad andare avanti: per le altre, s’ apre una fase di gravi difficoltà, che a volte si conclude, tristemente, con la restituzione del bambino alla famiglia d’ origine (quando è possibile), restituzione che oltretutto non comporta spese; e altre volte, con l’entrata in un istituto apposito. Non c’è da stupirsi, allora, se , quando raggiunge la maggiore età, il ragazzo ha problemi psicologici  o addirittura si suicida ( finendo, nel migliore dei casi, in una casa-famiglia)”.
“Per combattere questa situazione”, ha aggiunto Abukar Aweis Mohamed, “noi proponiamo che la continuità di assistenza ai minori adottati venga assicurata  da un’ apposita rete territoriale di vigilanza composta di professionisti socio- sanitari adeguatamente preparati, con regolare controllo da parte dell’ apposita Commissione governativa già esistente.  Non si può continuare, in un campo così delicato ad abbandonare la famiglia adottiva nella fase post-adottiva e a delegare, in sostanza, tutto al volontariato.”
“Ringraziamo la Regione Toscana per aver organizzato quest’ iniziativa, su un tema  molto seguìto dall’ opinione pubblica sia in Italia che nei nostri Paesi d’ origine”, ha dichiarato  Foad Aodi, presidente di Amsi e Umem; “a causa anche della crescita del flusso di minori adottati provenienti, negli ultimi anni, dai Paesi teatro delle “Primavere arabe” ( come già fu, dopo l’ 89,  per quelli provenienti dai Paesi dell’ Est). Non possiamo che plaudire ad ogni iniziativa che voglia seriamente assicurare il sostegno delle Pubbliche amministrazioni alle famiglie con figli adottati. Tutelando sia l’ equilibrio psicofisico del bambino che il mantenimento, quando possibile, dei rapporti coi genitori originari. Leggi ambigue o male applicate da un lato diventano corresponsabili delle gravi crisi d’identità che un ragazzo può avere raggiunti i 18 anni; dall’ altro, possono favorire non solo le adozioni “fai da te”, ma anche la creazione d’ un vero e proprio mercato nero delle adozioni dirette o a distanza”.

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