Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro.
Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

Alan Kay

Aziende sempre più amiche dei lavoratori? Così pare, in America però

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Cosa fa venire in mente la parola lavoro? Stress, articolo 18, jobs act, crisi? Tutti elementi più o meno negativi ma che la maggior parte di noi associano al momento lavorativo. L’ufficio infatti nell’immaginario comune è la fonte principale delle nostre ansie, il luogo dove avere a che fare con un capo o dei colleghi per i quali non sempre si nutre una particolarmente stima o quello da cui scappare il venerdì, ma che ritorna puntuale nelle nostre vite ogni lunedì mattina. Insomma non si ha spesso un’accezione positiva di quello che rappresenta però il motore principale nel mercato economico, nonché la fonte più importante del nostro sostentamento. Questo in parte è dovuto all’idea che si è diffusa del lavoro come location in cui il dipendente deve sottostare alle regole e ai dicktat della propria azienda. Ma qualcosa forse sta cambiando, in America però, dove si assiste sempre più di frequente a diverse forme di liberalizzazione del mercato lavorativo e a una concezione, diciamo più ‘friendly’, del rapporto datore-dipendente .

La rivoluzione lavorativa americana

Negli Stati Uniti ci si è forse resi conto che il classico rapporto gerarchico tra lavoratore e boss non era più al passo con i tempi. Cosa succederebbe allora se i luoghi di lavoro diventassero più ‘democratici’? Se ci fosse un rapporto più friendly all’interno delle aziende? Varie multinazionali e società americane hanno sperimentato, in maniere differenti, questo nuovo modo di fare lavoro. Ecco allora un’azienda californiana, “think Parallax”, che manda in vacanza i propri dipendenti, pagandogli un bonus di 1.500 dollari a testa. Trattandosi di un’agenzia creativa, secondo i dirigenti, potrebbe essere questo un modo diverso per stimolare la fantasia dei proprilavoratori, che come unico onere durante la vacanza, hanno quello di postare sul sito di Parallax le foto con i posti più belli visitati e il racconto del proprio viaggio.

googleDalla Silicon Valley, esempio di lavoro innovativo

Un’altra realtà di quello che potremmo definire ‘lavoro innovativo’ lo troviamo a pochi chilometri di distanza, nella Silicon Valley, quartier generale delle più grandi multinazionali americane. Il tema cambia, questa volta dalle vacanze si passa alla famiglia. Facebook e Apple sono infatti molto sensibili alle tematiche familiari, che spesso costringono molte donne a doversi allontanare, e nei casi più gravi, a perdere il proprio posto lavorativo per la scelta di diventare mamme. Per ovviare a questo, ecco allora spuntare 4 mila dollari ai neo genitori, concessi dall’azienda di Zuckerberg, incentivi a sostegno delle adozioni, fino al costoso bonus, decine migliaia di dollari, per il congelamento degli ovuli delle proprie dipendenti. Una notizia che avrà sbalordito molti ma nella quale le due potenti multinazionali hanno visto un modo per venire incontro alle donne lavoratrici, un modo per non dover per forza scegliere tra carriera e famiglia. L’occasione tutta al femminile di diventare future manager, senza però dover rinunciare al progetto della procreazione, ma programmandola semmai nel lungo termine.

Google, il posto migliore in cui lavorare

E rimanendo negli Stati Uniti non poteva mancare un accenno a Google. Secondo la classifica Great Place to Work, la multinazionale americana specializzata nell’analizzare i luoghi di lavoro, Google è il luogo migliore al mondo dove lavorare. Il secondo e terzo posto se lo sono aggiudicate Sas Institute e NetApp. Location queste che si sonoconquistate il podio per essere luoghi dinamici, innovativi e in cui è piacevole lavorare. Tutti elementi che spesso mancano negli uffici ma che forse, almeno in America, fanno la differenza e che mostrano come nel Paese a stelle e strisce sia in corso una vera rivoluzione sociale del mercato lavorativo.

Sara Pizzei

L'Autore

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