Compili il suo pronostico, ci penserà il futuro!

Gianni Rodari

Black Carbon, il nemico invisibile

0

Un nemico invisibile sta attentando alla nostra salute: è il carbonio elementare (black carbon). Si tratta di una sottile polvere nera che si aggira indisturbata e in grande quantità nell’atmosfera e che noi respiriamo ogni giorno senza neanche rendercene conto. E proprio il black carbon è il protagonista di uno studio, il primo condotto in Italia, di un team di ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e di alcune Università ed Enti, presentato lo scorso venerdì a Roma, nell’ambito della XXXII Giornata dell’Ambiente, presso l’Accademia dei Lincei. Un analisi che verrà inoltre pubblicata sulla rivista Atmospheric Environment.

Carbonio elementare e organico, i due nemici dell’atmosfera

Parliamo di un inquinante che assieme al carbonio organico, con cui si trova associato nell’aria, è dannoso per la salute e per l’ambiente. Questi due nemici invisibili inoltre costituiscono insieme una componente importante del particolato atmosferico, fino al 40% della massa. “Il carbonio elementare –  spiega Sandro Fuzzi, ricercatore dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima di Bologna (Isac-Cnr) – nel particolato atmosferico sta assumendo una sempre maggiore rilevanza a livello ambientale, tant’è che la Commissione Europea ne raccomanda il monitoraggio. Recentemente, studi epidemiologici hanno fatto sì che l’Organizzazione mondiale della sanità puntasse gli occhi su questo inquinante emergente per i suoi effetti dannosi ai danni dei sistemi respiratorio e cardiovascolare, oltre che per i possibili effetti cancerogeni”.

Siti urbani e città del nord, le più inquinate

Da tali studi è inoltre emerso come le concentrazioni del carbonio elementare siano di 50 volte superiori nei luoghi trafficati rispetto ai siti remoti di alta montagna.  Milano ne è un esempio. Nel periodo invernale, è stata qui registrata, in viale Sarca, una media  di 6 microgrammi per metro cubo di tale sostanza contro lo 0.1 di Monte Cimone, nell’Appennino Tosco-Emiliano. “Questi valori stagionali – prosegue Fuzzi – a Milano sono superiori del 30% anche a quelli misurati in una grande città come Roma e corrispondono a percentuali di sostanza carboniosa che arrivano al 47% della massa totale dell’aerosol”. E la situazione non migliora nella Pianura Padana, dove si toccano punte di 12 microgrammi per metro cubo di questa sostanza. Qui inoltre durante l’inverno le concentrazioni di carbonio organico ed elementare sono tre-quattro volte maggiori rispetto a quelle estive, colpa di alcuni elementi quali il riscaldamento domestico o delle frequenti condizioni di stabilità atmosferica, con scarso ricambio delle masse d’aria, che favoriscono l’accumulo degli inquinanti.

L'Autore

Lascia un commento