La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta.

Abraham Lincoln

Cavalieri di Malta, verso l’elezione del nuovo Gran Maestro

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Cavalieri di Malta, una storia di servizio a Dio e all’Uomo. La scelta del Vangelo per aiutare i nuovi poveri

Non sono Vestali che difendono un Tempio vuoto, ma Cavalieri dell’oggi. Che non perdono campo e guardano al futuro con nuovi progetti di solidarietà e assistenza per i Signori Poveri e i Signori Malati. L’Ordine di Malta è un cantiere aperto, un fuoco evangelico che accoglie la bellezza della differenza e fuga le ombre (dell’indifferenza. Cavalieri e Dame non vivono alla Corinto, per dirla con Aristofane, ma per un progetto evangelico che insegna anzitutto a essere uomini, a servire la dignità del prossimo.

Pronti da qui a qualche mese a decrittare futuri eleggendo il nuovo Gran Maestro, gli eredi degli antichi Ospitalieri ora guidati da Fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, Luogotenente di Gran Maestro del Sovrano Ordine di Malta, portano nella carne del nostro tempo intelligenza empatica e una rosa sulle mense che accolgono i più bisognosi, insieme a un sorriso che tocca l’anima e racconta vicinanza. Un narrativo di umanità, sempre alla ricerca di connessioni perché uomini e donne si pongono in cammino di senso, con il peso e la bellezza della loro Croce a otto punte, simbolo delle Beatitudini del Vangelo secondo Matteo.

Il loro messaggio attraversa i secoli, un esempio concreto di aiuto, che si espande a onde, capace di ascoltare la curva dei bisogni delle nuove povertà esistenziali.

E’ il ‘colpo della Differenza’, un vissuto che si rifrange e brilla in tante storie e cromatismi emotivi e si fa sicurezza della relazione con l’Altro, Verità che fiammeggia nelle piccole notti oscure di chi ha perso la casa o lavoro, per chi dorme per strada o cerca di riconquistare l’affetto dei figli. Questo camminare accanto invita a credere che l’ultima parola non è la solitudine. Le mani che difendono verso i fratelli bisognosi hanno nelle vene la nostalgia di Gerusalemme, la Città Santa dove tutto iniziò e tutto continua nel segno della fraternità che spezza il pane come nella sera di Emmaus.

I Cavalieri e le Dame hanno da poco celebrato il Natale degli Ultimi, fatto anche di pasti caldi e ascolto, di assistenza medica e calore. La spiritualità del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme di Rodi e di Malta vive il Vangelo delle periferie, insieme alla difesa e protezione della Fede.

È un fatto storico come nello Xenodochio di Gerusalemme – il loro primo ospedale – venissero accolti, curati e rifocillati i Pellegrini cristiani, ebrei e islamici, con quel riguardo che ancora li caratterizza all’insegna del cavalleresco e cristiano valore della unicità di ogni uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Così oggi nel Nord e nel Sud dell’Europa, ma soprattutto in Italia, nelle stazioni e nei dormitori, è un punteggiare di iniziative per accogliere l’altro con il grembiule del dono, una volta messi da abito da chiesa ed uniforme.

Per i Cavalieri il Nord è l’insegnamento del Papa e della Chiesa, che porta alla condivisione e al soccorso. Una misericordia operosa, che si fa incontro e dilata storie di accoglienza, come spiega il Gran Commendatore, S.E. il Ven.do Balì Fra’ Ludwig Hoffman von Rumerstein, seconda Carica dell’Ordine: “Il Santo Padre Francesco – spiega – ha ricordato nel Suo messaggio Urbi et Orbi del Santo Natale come la modernità continui a produrre degrado umano, sociale e ambientale e di come ‘vediamo Gesù nei bambini i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno’. In questa linea, il Sovrano Militare Ordine di Malta opera da quasi un millennio, ogni giorno, per mantenere viva quella speranza che è alimentata dal Bambino Gesù. Tutio Fiedei et Osequium Pauperum nell’esempio di San Giovani Battista, nostro Santo Patrono, che spese la propria esistenza per essere vero testimone del Cristo. Così – rimarca S.E. Hoffmann – tanti nostri Confratelli nel tempo hanno donato la propria vita, fino all’estremo sacrifico”.

Un ‘segreto’ di fraternità che portano nel cuore, ma anche una forza spirituale che “misura la credibilità della nostra missione quale Ordine Religioso e quale Ordine Sovrano, camminando nella storia al fianco dei successori di Pietro e della Madre Chiesa. Grati – tiene a sottolineare Hoffmann – degli interventi paterni del Santo Padre, alla luce dei quali l’Ordine sta lavorando per le modifiche della Carta Costituzionale e del Codice, che deve rimanere fedele alla propria tradizione per essere vera testimonianza dei propri carismi Melitensi”.

Sotto quella Croce si intersecano storie e si costruiscono ponti. Il volto di chi ha bisogno: è questa la loro Cattedrale. La storia concreta in cui vivere libertà, inaugurando sempre e di nuovo il tempo di un Dio che ha scelto di stare dalla parte degli umili.

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