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Gianni Rodari

I super computer di domani avranno un’anima di vetro

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I computer in futuro saranno fatti di vetro. Arrivano dell’Inghilterra alcune ricerche che dimostrano come questo materiale possa essere manipolato per creare un supporto che consentirà ai computer di domani di trasferire informazioni utilizzando la luce. Questo sviluppo potrebbe aumentare significativamente la velocità di funzionamento di questi strumenti e la loro potenza di calcolo. A firmare questi primi risultati sono state le Università di Cambridge, di Surrey e di Southampton. Il team di ricerca di queste università è riuscito infatti a cambiare le proprietà elettroniche di alcuni calcogenuri amorfi, materiali vitrei utilizzati nella produzione dei Cd e dei Dvd, avvicinando di molto le proprietà dei circuiti elettronici interni ai computer a quelle della fibra ottica.

Drogaggio di ioni

university surreyÈ una tecnica utilizzata dai ricercatori di queste università inglesi che hanno scoperto un materiale, volgarmente detto vetro, in grado di utilizzare la luce per consentire lo svolgimento di varie funzioni di calcolo  Una scoperta di cui potranno beneficiare tutti i sistemi ottici. I computer normalmente utilizzano gli elettroni per trasferire informazioni e per processare le varie applicazioni presenti al loro interno. Invece sistemi come Internet per il trasferimento di dati si basano su sistemi ottici e quindi sul passaggio di informazioni attraverso la luce. Le fibre ottiche, infatti, sono attualmente utilizzate per spedire informazioni in tutto il mondo alla velocità della luce. Questi segnali, però, appena raggiungono un computer devono essere convertiti nuovamente in segnali elettrici per essere processati dai pc stessi, con una notevole perdita di velocità nel loro utilizzo.

La luce dentro i computer

Allora la sfida che si sono posti questi ricercatori è quella di riuscire ad eliminare questo collo di bottiglia finale. “Vorremmo riuscire a trovare un solo materiale che sia in grado di utilizzare effettivamente la luce per trasferire informazioni anche all’interno dei nostri computer”, rivela Richard Curry dell’Università di Surrey a Futuro Quotidiano. “Il nostro obiettivo è quello di fare sì che la luce possa essere utilizzata all’interno dei pc per trasferire dati così come già avviene in rete”. Un obiettivo che per decenni hanno rincorso i vari sviluppatori di componenti elettroniche per computer, senza però che vi fosse adeguata cognizione su quali materiali utilizzare per rendere tutto questo possibile.

Un’anima di vetro

Adesso arrivano le prime evidenze di quanto il vetro possa essere ampiamente utilizzato in questo senso, manipolandolo per consentire che possa trasmettere elettroni carichi sia negativamente che positivamente e per farne un device in grado di funzionare da congiunzione p-n. Tutto questo consentirebbe di poter utilizzare il vetro sia come sorgente di luce, che come guida e detettore per la luce stessa, cioè qualcosa che potrebbe sia trasportare, sia interpretare informazioni ottiche. La base, insomma, per avere quelli che saranno i veri computer di domani, macchine capaci di processare dati ad una velocità finora impensabile. Tutto questo dovrebbe diventare realtà nel giro di dieci anni. Il vetro magico alla base di questa rivoluzione tecnologica dovrebbe essere pronto però già molto prima.

 

Marco Bennici

L'Autore

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