Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

Coronavirus, un nemico invisibile che non solo uccide ma ci cambierà con l’arma della paura

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Il Coronavirus è un nemico invisibile, che sta sconvolgendo il mondo. Un nemico che ci cambierà sicuramente, che cambierà le nostre abitudini, i ritmi e il senso della nostra vita. Che cambierà le nostre coscienze. E non è detto che ci migliorerà, anche se speriamo che sia così. Non è una malattia come le altre, non è un’epidemia circoscritta a un territorio, a un gruppo umano che trovandosi in difficoltà può sperare di ricevere la solidarietà di chi è lontano.  E la paura che sta provocando in tutti noi non è paragonabile a quella che provoca la guerra. Non mette in moto l’adrenalina, non rende generosi, non crea schieramenti, non stimola le nostre difese vitali. Ma scava dentro ciascuno, ci allontana, ci isola, ci rende diffidenti. Porta con sé l’angoscia e la depressione e poco alla volta finirà per modificare lo stesso dna del nostro modo di affrontare la realtà.  Quando ne usciremo, saremo tutti psicologicamente a pezzi: e ci sarà chi si sentirà invincibile e chi invece immensamente fragile. Questa è la vera emergenza collaterale, di cui poco si parla. Non quella economica, da cui il mondo bene o male è sempre uscito.

La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, consapevole dell’enorme livello di stress che il coronavirus sta provocando sulla popolazione mondiale  martedì 6 marzo ha diffuso alcune linee guida per prevenire effetti devastanti sulla nostra salute mentale, elaborate dal suo team di esperti.

Si raccomanda innanzitutto di non collegare il Coronavirus ad alcuna nazionalità o etnia. Di essere empatici nei confronti di coloro che sono stati contagiati, da qualsiasi paese provengano, non ritenendoli colpevoli della diffusione del virus. Di evitare di seguire il flusso ininterrotto di informazioni sul virus  trasmesse in tv o su internet o attraverso altri mezzi. Ai medici e al personale sanitario si consiglia di controllare lo stress facendo attività fisica e mantenendosi in collegamento con amici e familiari, senza sentirsi portatori di stigma. Si invita poi a parlare ai bambini del virus in maniera appropriata e di non tenerli isolati dal resto della famiglia senza motivo, lasciando loro di esprimere normalmente la loro emotività attraverso il gioco, l’attività creativa. Per chi è in isolamento, l’invito dell’Oms è a rimanere connessi attraverso i social, le mail, il telefonino, e a leggere. Insomma consigli di buonsenso, come quelli  della nonna.

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