Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Da Napoleone a Macron. Gli audaci (sic!) en marche

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Un compito immenso ci attende: difendere la vitalità democratica, rilanciare l’economia, garantire la sicurezza di tutti i francesi. Questo imporrà di continuare ad essere audaci. Un’audacia che non tradiremo. L’Europa e il mondo si aspettano che la Francia li sorprenda e sia se stessa. Sono parole di Emmanuel Macron, le prime pronunciate da Presidente eletto della Repubblica – con il 65,9% dei voti contro il 34,1% di Marine Le Pen- l’ottavo della Quinta Repubblica e il più giovane – ha 39 anni- dai tempi di Louis-Napoléon Bonaparte, che quando venne eletto nel 1848 ne aveva 40.

“En marche!” è il suo motto e il nome del suo movimento, che, nato ad aprile 2016, nel giro di un anno ha ridotto ai minimi termini il consenso dei socialisti diventando il primo partito francese. E se la Ue tira sicuramente un sospiro di sollievo per la scampata deriva nazionalista, e se simbolica passeggiata dell’uomo nuovo di Francia sotto le Piramidi del Louvre, nel segno di Francois Mittarrand e sulle note dell’inno alla gioia, suona rassicurante, sono molti gli interrogativi che restano in sospeso.

Chi è Macron? Per età e impatto mediatico -efficacia degli slogan, tutti improntati al cambiamento e alla speranza- richiama alla mente senz’altro il nostro Matteo Renzi, ma senza il pesante fardello di una vecchia macchina di partito da gestire, organizzare e controllare. Ma Macron non è un ex sindaco di una bella città francese, nè un ex scout, imbranato ma ambizioso e con un padre scalpitante.

Macron, che ha scatenato la curiosità dei media per la sua storia d’amore con Brigitte Trogneux, 64 anni, ex maestra di teatro ad Amiens, che ha sposao nel 2007, è dal 2008 banchiere d’affari presso Rothschild e dal 2010, grazie a una maxi transazione finanziaria, è entrato nell’empireo dei miliardari. Quali interessi rappresenta, resta ancora poco chiaro. Sicuramente è l’uomo di cui l’establishiment europeista in questo momento ha bisogno, come di Mario Monti ebbe bisogno nel 2011.

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