Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Dal Fast Reading allo Slow Reading: per un ritorno alla lettura

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In questi tempi frenetici, in cui il libro è diventato qualcosa da consumare velocemente, tra un panino e una corsa al lavoro, e la lettura è vittima delle distrazioni, in particolare elettroniche, c’è oggi chi dice: “basta!”, invitando a ritrovare quella lentezza e quella attenzione che è alla base del piacere della lettura.

Dal Fast Reading allo Slow Reading

Questa è un epoca in cui tutto corre veloce, talmente veloce che è quasi impossibile focalizzare l’attenzione. Il libro è diventato un supporto che si fa fatica a fruire, è cambiato il modo stesso di viverlo. È più facile sbocconcellare informazioni sul web, scorrere pezzi di romanzi su internet, o farsi bastare le frasi su Twitter, perdersi sui social network o leggere attraverso applicazioni colorate. Una fruizione tra mille distrazioni che ha trasformato la lettura in una corsa piena di ostacoli, in’un epoca che, bisogna ammetterlo, è comunque molto meno noiosa di un tempo, anzi è così carica di stimoli da far venire il mal di testa. Se prima non c’era altro da fare se non leggere un buon libro, oggi di opportunità di svago ce ne sono sin troppe.

Il fenomeno Slow Reading

no internetPerciò nasce lo Slow Reading, un movimento che non ha leader ma che non smette di diffondersi, soprattutto in America. È una spinta spontanea, disorganizzata ma vincente. In molte città le persone si incontrano in sale calme, si siedono in circolo con un libro in mano, sorseggiando un bicchiere di vino, nel silenzio, senza parlare, e lo “slow-reading” si trasforma in una festa della lettura. Ma c’è chi è più organizzato. In Nuova Zelanda e in California, ad esempio, sono nati addirittura dei club. Tutti, di qualsiasi paese si parli, hanno lo stesso obiettivo: riscoprire il piacere della lettura com’era prima dell’avvento della tecnologia; una sfogliata lenta e rilassata, coinvolgente e senza distrazione, come se si fosse in un mondo a parte dove niente può arrivare a disturbarti. Un movimento che nasce appunto per combattere la superficialità, figlia della frenesia di oggi, contro il Fast Reading e la diffusione della Snack Information.

Dallo Slow Food a Nietzsche

Il termine Slow non è comparso per la prima volta oggi, da anni va a braccetto con il cibo; lo Slow Food, in opposizione al Fast Food, cerca infatti di spingere a riscoprire il piacere del cibo. Proprio come tentano di fare con il libro questi movimenti in giro per il mondo. L’espressione Slow Reading è nata dalla penna di Friedrich Nietzsche, che la usa per la prima volta nella prefazione a “Aurora. Pensieri sui pregiudizi morali”. Il filosofo tedesco parla di se stesso come “il maestro della lettura lenta”, ma è anche vero che i seguaci dello Slow Reading si rifanno soprattutto al giornalista canadese Carl Honoré e al suo slow movement, oltre che ispirarsi al movimento Slow Food.

Il Manifesto dello “Slow Reading digitale”

Slow Reading per il mondo di carta e anche per quello digitale, perché questa è una strada che i due supporti devono condividere per dare al libro una possibilità in più. È nato a questo scopo un vero e proprio manifesto, di Antonio Tombolini, creatore della piattaforma self publisher Narcissus. Tombolini invita soprattutto a prendere atto della realtà: lanciarsi in una negazione ottusa e cieca del digitale, altrettanto prezioso, è inutile e dannoso, perché questo è sempre più la salvezza, il futuro possibile del libro (tanto che il creatore di Amazon, Jeff Bezos, presentò anni fa il Kindle come antidoto proprio alla lettura fast e all’informazione snack). La transizione alla fruizione digitale è inevitabile. E per questo va sfruttato al meglio per tentare anche uno Slow Reading digitale e perché no, aiutare così a diffondere quest’idea. È il web il pericolo maggiore alla lettura, il collegamento perenne a internet a generare fughe di attenzione, gli smartphone e i tablet a distrarre, ma non si parla di rinunciare a questi altri supporti, anzi, ben vengano, a patto che si disattivi la connessione. La parola d’ordine quindi diventa: scollegarsi. Almeno per un po’. Andar contro alla diffusione dell’ebook, secondo Tombolini, arreca un danno allo Slow Reading e soprattutto mette in pericolo il futuro dei libri. Perché questo movimento e il libro avranno un futuro solo se riusciranno a trovar spazio nella modernità, a ritagliarsi un posto.

Benefici

La lettura slow migliora il vocabolario, riduce lo stress e stimola l’empatia, l’ispirazione. Contrasta la perdita della memoria, sensibilizza il pensiero e aiuta ad arrivare a una comprensione che oggi è sempre più bassa, proprio a causa di questo fruire veloce, questo schizzare da una parola all’altra senza assorbire. Infatti non si può approcciare un libro come si fa con le letture al pc, e questo ha certamente generato una disaffezione verso il libro, sia digitale che cartaceo, e quel calo nelle statistiche che non esitano a spiattellare in faccia a tutti ogni momento. E allora che si provino a seguire le regole del movimento: si prenda in mano un libro per 30-45 minuti al giorno, si spengano i telefoni, si chiudano i pc, si provi a dimenticare il mondo circostante almeno per un momento, per riappropriarsi di un’esperienza che è troppo preziosa per essere cancellata.

Ilaria Pasqua

 

 

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