Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

Dall’Unicef l’appello più grande: 62 mln di bambini da salvare

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Servono 3,1 miliardi di dollari per assistere 98 milioni di persone, di cui oltre il 60% di minori. Per l’Unicef sono cifre scritte a chiare lettere nel Rapporto 2015 “Humanitarian Action Children”, una mappa che fotografa la situazione umanitaria globale e le principali crisi che colpiscono i bambini e le loro famiglie. Chiesto un miliardo in più rispetto all’anno appena trascorso, per far fronte a malnutrizione, campagne di vaccinazioni, istruzione, cure e prevenzioni dall’Hiv, provvedere alla fornitura di acqua potabile. In 71 differenti paesi.

Una mappa del bisogno che spazia a nord e sud dell’equatore

unicef_figli_citta“Che si tratti di disastri naturali, conflitti armati o epidemie a rapida diffusione, i bambini del mondo stanno affrontando una nuova generazione di crisi umanitarie”, ha dichiarato Afshan Khan, direttore dei programmi di emergenza dell’Unicef. “Le emergenze provocate da tensioni sociali e politiche, cambiamenti climatici o malattie colpiscono i bambini come mai prima d’ora”.
Pochi numeri, presi a campione, nel paragrafo “Bambini in crisi” danno il senso di queste parole. Sono 18,7 milioni le persone colpite finora dall’ebola nell’Africa occidentale, di cui circa 10 milioni sono bambini e giovani sotto i 20 anni; un milione e mezzo di sfollati in Nigeria per gli attacchi di Boko Haram, prevalentemente donne e bambini; oltre 5 milioni di persone colpite dalla crisi in Iraq e quasi 2 milioni di afghani privi di acqua potabile a causa dei violenti conflitti e disastri naturali. Anche il Palestina, le ostilità nella metà del 2014 hanno esposto la popolazione a livelli di violenza e distruzione senza precedenti, con 539 bambini uccisi e oltre 100 mila persone rimaste senza un tetto.

Tanto da fare, ma non mancano i risultati raggiunti

Al venticinquesimo anno dall’approvazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, è ancora indicibile il numero di minori cui ogni giorno vengono scippati diritti e futuro, ma alcuni passi in avanti sono stati fatti. “Nel 2014 – ha ricordato il presidente Unicef Italia, Giacomo Guerrera – l’Unicef ha raggiunto milioni di bambini con assistenza umanitaria”. Due milioni di bambini hanno anche ricevuto un’istruzione di qualità, “parte cruciale della risposta all’emergenza dell’Unicef perché aiuta a restituire ai bambini un senso di normalità e di speranza per il futuro”.

Un futuro per cui l’Unicef stabilisce delle priorità

La maggior parte delle risorse, 900 milioni dollari, sarà destinata alla Siria. È lì, infatti, che la situazione dei minori appare più critica: sono 8 milioni i bambini colpiti da anni di conflitto, 6 all’interno del paese e gli altri rifugiati in Turchia, Egitto, Iraq, Giordania e Libano. Tra i principali obiettivi del 2015 anche la lotta all’ebola, che assorbirà risorse per 500 milioni, da destinare a Guinea, Liberia e Sierra Leone. “I fondi saranno impiegati per isolare rapidamente e curare ogni caso, prevenire eventuali scoppi di epidemie e continuare a promuovere comportamenti corretti per prevenire la diffusione della malattia”, sottolineano dall’Unicef. “L’obiettivo per il 2015 è di arrivare a zero casi di contagio dal virus ebola e supportare la ripresa delle strutture sociali di base”. Se nel 2014 i donatori hanno risposto positivamente all’emergenza umanitaria, l’acuirsi di alcuni conflitti insieme alle emergenze sanitarie e calamità naturali si traducono, nel 2015, in una maggiore richiesta di fondi per tutelare il diritto all’infanzia di tutti quei minori straziati da guerre, fame e malattie o costretti a diventare “bambini soldato”.

Erica Antonelli

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