Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

In tempi di delocalizzazione: produzioni italiane all’estero, investimenti ed acquisizioni straniere in Italia

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delocalizzazioneDei primi 15 gruppi industriali italiani per volume d’affari sono soltanto due a realizzare in Italia la maggior parte del loro fatturato. Per tutti gli altri il giro d’affari all’estero vale tra il 60 e l’80% del fatturato complessivo. Il rapporto mensile del Censis ci dice che a causa del crollo della domanda interna, della caduta degli investimenti produttivi e del peggioramento della finanza pubblica, le aziende italiane hanno reagito rafforzando la loro presenza oltre confine. Il Paese dove sono penetrate maggiormente è la Romania con 3.237 aziende e 117.221 addetti, ma il territorio dove operano le aziende più grandi è quello degli Stati Uniti con 2.026 aziende per 225.450 addetti, con un fatturato pari al 18% del fatturato totale delle italiane nel mondo. Ci spiega il Censis che aumentano le aziende italiane che esportano, ma sono piccole, la crescita delle aziende esportatrici è sicuramente un fatto positivo ma la loro incidenza sull’export complessivo è veramente limitata. Ma la nostra economia non è fatta soltanto di export, a volte succede anche che aziende straniere investano in Italia. È il caso, solo per citarne alcune, di Ikea, Huawei, Porsche, Amazon, Samsung, Heidelberg Cement, Nobilia.

Il settore alimentare tira?! Allora Amazon punta su un mercato da quasi mezzo miliardo. Il colosso dell’e-commerce apre nel nostro Paese la vendita on line di prodotti alimentari a lunga conservazione e per la cura della casa. Sono diverse le insegne della grande distribuzione che hanno attivato iniziative di Click&Collect, con la possibilità di ordinare on line e di ritirare presso il punto vendita. Una ricerca pubblicata dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm ( Politecnico di Milano) ci dice che è aumentato il Grocery ( spesa da supermercato ) e che nel 2015 supererà i 200 milioni di euro, e il Food and Wine enogastronomico, sfiora già i 260 milioni di euro. L’ingresso di Amazon non può che incrementare ulteriormente la vitalità del comparto e ne beneficeranno anche le Pmi del settore del food che con il Marketplace potranno avere un ulteriore canale d’accesso. Design, ricerca, innovazione tecnologica, Snaidero che negli ultimi 20 anni, grazie a varie acquisizioni, ha sviluppato una dimensione internazionale, cederà al gruppo industriale tedesco “Nobilia” la divisione Fdb franchising del gruppo. La fdb oggi è il network europeo leader specializzato nel settore cucine con 370 punti vendita in Europa e Nord Africa, con un fatturato di circa 500 milioni di euro. Edi Snaidero, Presidente e A.d. del gruppo, spiega che: “la vendita di Fbd rappresenta un’occasione unica per poter continuare ad investire in ricerca ed innovazione, valorizzare il capitale con investimenti per 10 milioni di euro, riequilibrare la situazione debitoria e focalizzarsi sul settore manifatturiero e su brand design”. In tempi di delocalizzazioni e di cassaintegrati può succedere anche che produzioni che provengono dal sud est asiatico si trasferiscano in Italia. È il caso di Ikea, che produrrà in Italia cassettiere, rubinetterie, e giocattoli, non per un minore costo del lavoro, ma come spiega Lars Peterson A.d. della multinazionale: “i partner italiani sono stati scelti per la loro competenza e capacità a produrre articoli di una qualità migliore e a prezzi più bassi”. La multinazionale dell’arredamento low cost stima che complessivamente la ricaduta occupazionale, compresi indotto e rete commerciale sia di 11 mila addetti.

Poi ci sono le acquisizioni tra le quali spicca il nome di Porsche che ha comprato la “Pista Nardò”, l’ex pista di prova della Fiat nonché il circuito più veloce d’Europa, garantendo di voler sfruttare delocalizzazioneal massimo le sue potenzialità. Dagli autodromi ai pomodori. L’Ar di Foggia ha venduto il più grande impianto di trasformazione di pomodori in Europa alla britannica Princes Industrie Alimentari, controllata dalla Mitsubishi, parlerà ceco invece la storica Bari Fonderie Meridionali, ceduta ad una società specializzata nella progettazione e produzione degli scambi ferroviari con sede a Brno. L’Israeliana Fattal (Leonardo Hotel) impegnata anche in Italia nel comparto turistico di recente ha rilevato nel capoluogo lombardo un immobile adiacente alla stazione centrale di Milano da riqualificare legato al rilancio dello storico Hotel Excelsior Gallia. L’operazione è stata conclusa per 20.5 milioni di euro. Italcementi è della HeidelbergCement tedesca per la cessione di una quota rilevante del gruppo. Nel settore della moda la Francia ha fatto da padrone ed ha acquisito Bulgari, Gucci, Fendi, Loro Piana, Pomellato e la Cina Krizia, Tacchini, Fila, Valentino se l’è aggiudicata il Quatar. Non da meno il settore alimentare dove gli USA hanno acquisito Martini e Rossi, il Sudafrica la mitica Peroni, la Russia Gancia , la svizzera Buitoni e Perugina, la Spagna Riso Scotti e Pasta Garofalo, la Turchia Pernigotti. E le nostre industrie? La R. Ginori è andata alla Finlandia, alla Svezia Zanussi, Zoppas e Rex, all’Olanda la Saeco ed agli USA Ducati, Lamborghini, Giugiaro, Merloni/Indesit. E intanto Samsung acquista da un professore di fisica dei Trento “Zeno Gaburro”, un dispositivo ottico che risparmia spazio per 1 milione di dollari.

 

Simona Agostini

 

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