La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Dimmi di sì

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dimmi di siNon so voi, ma negli ultimi anni sono stata circondata da amiche che annunciavano il proprio matrimonio, al punto, poi, da cedere anche io. Liste di invitati, partecipazioni, confetti e il momento che ho creduto fino all’ultimo il prediletto, ovvero la scelta dell’abito. Ho immaginato lacrime, commozione di mia madre e delle accompagnatrici, e, invece, per me è stata una situazione comica, al limite del grottesco. Testimone che riprendeva le prove, tutte, in ogni loro parte, persino quando il vestito non si chiudeva perché avevo mangiato troppo. E poi gli indimenticabili attimi trascorsi con mia madre e la mia futura suocera che, invece di commuoversi, davano consigli allo stilista su come fare al meglio il suo lavoro.

Il mio abito da sposa non è stato quello che immaginavo. Io volevo un vestito semplice, fino al ginocchio, molto sobrio, forse avrei optato anche per una gonna ampia anni ’50. Ma come nei migliori programmi tv dedicati alle spose anche io mi sono commossa quando ho indossato quello che sarebbe stato il mio vestito, e dire che non lo volevo! Perché gli abiti da sposa dopotutto non seguono una tendenza precisa. Non esiste un’influenza o un diktat supremo, la sposa indosserà ciò che ha in mente, e basta. Probabilmente lo sa dal primo anno di vita, perché – ammettetelo – tutte le ragazze, almeno una volta nella vita, hanno immaginato il giorno del loro matrimonio. Ho detto tutte, smettetela di fare no con la testa, perché vi vedo. Tuttavia, nonostante non si possa dare un trend comune a questo nuovo anno di matrimoni (anche se ultimamente vanno moltissimo i look hipster o anni ’50 da lindy-hoppers), possiamo di certo valutare i must per un abito da sposa che tolga il fiato allo sposo. Partiamo dalle spalle. Scoprirle è di certo un tocco da maestro che aiuta qualunque fisico a essere mozzafiato. Un bustier, infatti, non serve solo a evidenziare la vita e i fianchi, serve anche a scoprire il decolleté e a dare all’abito un sapore romantico, ma senza troppi fronzoli se non vi piacciono. Un altro trucco è il pizzo: inserti di pizzo leggeri e impalpabili – per decorare scapole e spalle – sono l’alternativa a chi non vuole scoprirsi troppo.

Bustier o taglio sotto al seno? Beh, lo stile imperiale dona un’eleganza indiscussa, ma presta il fianco anche alle chiacchiere da salotto o all’indiscrezione di alcuni sacerdoti che, durante la cerimonia, insinuano a matrimoni riparatori vedendo il rigonfiamento sotto al seno del baloon della gonna. Vi giuro che è successo, ne sa qualcosa una mia amica che ha rischiato di dover rassicurare parenti e genitori di non essere incinta. Il bustier non lascia, invece, alcun dubbio, esalta la vita, anche se non siete delle libellule, ammorbidisce i fianchi e accompagnano le gonne. Queste si gonfiano e si sgonfiano a seconda dei gusti: a palloncino fino alla caviglia per le più pratiche, corta sotto al ginocchio per le più moderne, vaporosa con cerchi in metallo interni per le più romantiche, o a sirena con o senza strascico, per le più sexy. E se siete indecise, lasciate che sia la “comodità” a decidere per voi, perché il vestito lo indosserete per tutto il giorno, un giorno bellissimo e lunghissimo, che vorrete non finisse mai (come spero anche il vostro matrimonio!).

Samantha Catini

L'Autore

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