Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

Edilizia. Firmato a Foggia il Patto Antiracket

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antiracketUn’intesa storica è stata definita dalla Prefettura di Foggia, dall’Anci, dall’Associazione dei Costruttori di Capitanata, e dalla Fai, la Federazione delle Associazioni Antiracket e Antiusura italiane. Firmatari del Patto Antiracket: il Prefetto di Foggia Maria Tirone, il Presidente onorario della Fai Tano Grasso, e il Presidente di Ance Foggia e Presidente Pmi Estero dell’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, Gerardo Biancofiore e il Commissario straordinario del Governo per le iniziative antiracket e antiusura, ­­­­­­­­­­­­­­­­­Prefetto Santi Giuffrè. “Ance – dichiara Gerardo Biancofiore – si è messo al centro della propria azione politica attiva per difendere le proprie imprese dall’attacco delle organizzazioni criminali. Per la prima volta dalla Puglia abbiamo elaborato uno strumento concreto a sostegno delle imprese del settore edile su un tema strategico come quello della legalità. Lo abbiamo fatto a termine di un confronto puntuale con il Ministero e le forze dell’ordine, e con la Fai. Si è tenuto conto sia dell’esigenza delle autorità preposte alla sicurezza di avere un quadro informativo esauriente rispetto ai cantieri che vengono aperti sul territorio, sia della necessità di non lasciare nell’isolamento chi si trova ad essere vittima di un atto intimidatorio, assicurandogli una rete di protezione a tutela della sua attività”.

Il Patto Antiracket prevede tra l’altro che la Prefettura sia costantemente informata delle iniziative messe in campo in materia edilizia e che, in caso di bisogno, l’Ance possa farsi tramite attiva di incontri promossi dalla Prefettura tra referenti delle Forze dell’Ordine e rappresentanti delle imprese associate, quando, pur in assenza di denuncia, vengano ritenuti possibili fenomeni di pressione criminale. “Il nostro deve diventare un ecosistema a favore delle imprese”, sottolinea Biancofiore. Per il Presidente di Ance Foggia, che guida anche il Comitato estero Pmi dell’Ance nazionale, “lo stato e tutte le istituzioni anche in Italia, così come avviene in tanti paesi in cui promuoviamo le nostre missioni di internazionalizzazione, devono supportare con misure adeguate le aziende sane. Anche eliminando tortuosità burocratiche che ostacolano la crescita delle imprese. E’ un problema che avvertiamo particolarmente nel nostro Sud. Un accordo come il Protocollo sulla legalità crea le precondizioni perché un’azienda possa operare. Dobbiamo sforzarci tutti per allargare il tiro, eliminando o quanto meno riducendo drasticamente le diseconomie che frenano imprese e mondo del lavoro”. Per Biancofiore, infatti, “lo sviluppo economico nasce dalla condivisione e dalla collaborazione fra attori privati e pubblici che operano in uno stesso ecosistema, per ‘creare’ impresa e ‘fare’ impresa”. “L’impresa privata – continua il leader nazionale dell’Ance – perseguendo il proprio profitto, crea sviluppo per l’intero territorio; i poteri pubblici con iniziative, servizi e infrastrutture, con i fondi che riescono a mobilitare, possono essere l’altro anello della creazione di ricchezza. Intese come questo patto si muovono in questa direzione, favorendo tra l’altro la capacità del nostro territorio di attrarre investimenti da altre regioni e dall’estero”.

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