La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Giovani sempre più fragili e sempre più soli

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giovaniIl suicidio giovanile si conferma in Europa la seconda causa principale di morte tra gli adolescenti e la prima tra i giovani. Giovani come tanti, quasi sempre descritti come tranquilli, ma che nascondono nel cuore la solitudine. L’indifferenza rappresenta uno dei mali più gravi della nostra Società nella quale l’uomo, distratto da mille fugaci sollecitazioni, è sostanzialmente guidato da un insano, cieco egoismo, che impedisce di far propri eventi ai quali tutta la collettività è esposta; giovani e adulti siamo sempre più esposti ad eventi di vita che condizionano e conducono ad essere disorientati, a volte sino a sentirsi smarriti e soli. I tragici eventi degli ultimi giorni, non si devono dimenticare, ma ci devono far riflettere e far capire che in assenza di ascolto, esiste soltanto solitudine. L’indifferenza, la freddezza nei confronti del dolore altrui e della sofferenza mi fa paura, mi spaventa più della violenza stessa. E’ un segnale pericoloso che sta conquistando la nostra società e si insidia nella nostra educazione; il nostro far parte di un’organizzazione sociale che riteniamo evoluta, la formazione realizzata attraverso le nostre esperienze, il sapere scientifico che abbiamo raggiunto, l’informazione cui abbiamo accesso dovrebbero fare di noi persone coscienziose e consapevoli del fare e del saper agire in ogni occasione.

Conosciamo bene l’esistenza della solitudine, soprattutto la solitudine degli adolescenti, riempiti di oggetti e comfort di ogni genere ma spesso poco ascoltati e la solitudine dei genitori che sempre più difficilmente riescono a condividere il mondo dei propri figli così radicalmente diverso dalla loro passata giovinezza. Un disagio universale che nella vita di tutti i giorni si chiama solitudine, appunto perché è più grande del nostro esserne consapevoli e più grande di quanto sappiamo che accada intorno a noi. Bisogna imparare ad ascoltare, bisogna osservare sino in fondo i disagi umani e imparare a riconoscerli per capire quali siano le possibilità concrete di essere d’aiuto, che cosa offrire, anche attraverso progetti che prevedano servizi ed interventi di supporto alla genitorialità e ai minori. Senza peraltro mai dimenticare che nella nostra società “del benessere” spesso gli affetti si annullano anche solo in presenza di problemi economici. La Società ha mutato la caratteristica di fondo legata agli schemi tradizionali della famiglia; Il concetto di famiglia, dunque, sarebbe da riconsiderare in termini più realistici, in quanto non sempre essa è “il luogo di amore e riparo dalle avversità”, ma spesso è un luogo di sopraffazione e di abuso nei confronti dei più deboli.

L’osservatorio fornito dai servizi sociali permette di rilevare alcune dinamiche sociali che hanno significativamente caratterizzato la realtà degli ultimi anni, determinando una conflittualità di genere e generazionale, strettamente legata al crescente e diffuso fenomeno della precarizzazione dei legami affettivi, come all’aumento delle separazioni tra coniugi e/o conviventi. Inoltre i conflitti intergenerazionali sono sempre di più legati ad appartenenze culturali ed etniche differenti e di conseguenza ai differenti metodi educativi. Parlando di affetti e perdita degli affetti, un termine che fra tutti rappresenta un danno esistenziale allarmante è quello riferito agli abusi e che richiama, immediatamente dopo, la violenza; entrambi assumono molteplici forme e modalità, che ledono l’identità della persona ed agiscono sulla fragilità delle vittime. Oggi si parla di atteggiamenti violenti anche per situazioni a prima vista innocue perché ‘violenza’ è anche tutto ciò che impedisce all’individuo qualunque sviluppo o realizzazione del proprio potenziale evolutivo/realizzativo.

Libertà, sogno e coscienza, sono principi dell’uomo fra di loro in contrapposizione, così come lo sono logica ed emotività. L’entità di tali contrasti porta l’individuo ad affrontare con difficoltà le assenzascelte, i conflitti ed i problemi che la vita gli presenta e come principale conseguenza, il disagio e la sofferenza. In alcuni casi, il disagio citato, può raggiungere livelli tali da portare il soggetto ad un blocco dell’azione, che si incarna in una vera e propria crisi d’identità, con correlata incapacità nel soddisfare le proprie esigenze, che condanna l’individuo ad una vita vissuta da spettatore piuttosto che da protagonista. Si può interrompere questo circolo vizioso solamente imparando a liberarci dalle proprie paure e dalle errate idee dominanti che assumiamo come stili comportamentali, così da riacquistare la dignità perduta. Felice è infatti colui che è in grado di perseguire i propri sogni, seguendo le proprie emozioni ed in pace con la propria coscienza. Studiare i fenomeni, analizzare gli eventi e prestare ascolto nel senso più sublime del termine significa saper informare e quindi agire preventivamente sull’educazione delle future generazioni e provare ad incidere positivamente nelle opinioni degli adulti in favore di una migliore sostenibilità del vivere nel rispetto degli individui. Ecco! Iniziare il nuovo giorno con la speranza nel cuore di qualcosa di migliore che ci attende, dovrebbe essere di tutti, ma è sicuramente la speranza di tante persone che vivono disagi e difficoltà  nella solitudine dei loro affetti, nella solitudine della Società,  nella solitudine della loro solitudine.

Caterina Grillone

 

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