La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

HONG KONG. CINQUECENTO ORE DI #UMBRELLAREVOLUTION

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dal nostro corrispondente a Hong Kong

Hong Kong. Sono passate da poco le prime cinquecento ore della Umbrella Revolution. Tre settimane difficili, di moto ondulare tra speranze e delusioni, tra ideali e pragmatismo. Al centro di tutto, sull’asfalto sopraelevato si estende la colorata tendopoli allestita dagli studenti, completa di mensa, cliniche, ed internet point. Non c’è traccia di alcool o droga. Quotidianamente effettuano la raccolta differenziata dei loro rifiuti. A turni, sorvegliano e rinforzano le barricate anti-polizia che delimitano il territorio occupato. Questo è il popolo di Umbrella Square.

La tensione gialla e blu tra studenti e polizia

Più si va avanti, più si alza la posta in gioco, ed aumentano le tensioni. Imparata la lezione, le forze dell’ordine non hanno più usato lacrimogeni (che sono di cattiva immagine) e sono tornati all’uniforme standard, ma continuano ad esercitare pressione costante sugli studenti, anche in modo illecitamente fisico. Ad opporre i “yellow ribbons” dei manifestanti, sono apparsi i “blue ribbons”, tra cui alcuni familiari dei poliziotti e altri gruppi anti-protesta. Spesso sono proprio i fiocchi blu che incitano allo scontro, tentando di smantellare le barricate, o per creare una rissa. La polizia tende ad aspettare qualche tempo prima di intervenire.

Umbrella Revolution. Tante incertezze e un’unica vittoria: continuare a farsi sentire

È ancora più chiaro, dopo il primo incontro formale tra le associazioni studentesche e la rappresentanza del governo, che questa sarà una lotta difficile, e forse a lungo termine. Continuando ad evitare il confronto diretto, C.Y. Leung manda avanti un pannello di tre funzionari statali e solo due membri del governo (da notare come questi ultimi siano rimasti in completo silenzio per le due ore intere dell’udienza.) Gli studenti si presentano in modo ordinato, le loro richieste sono precise. I funzionari ascoltano, assorbono, annuiscono, ma non viene offerto nulla di concreto. Per adesso, l’unica vittoria è continuare a farsi sentire, l’unico passo avanti è prepararsi per un altro round, e se necessario, per altre cinquecento ore sull’asfalto.

Michele Orlando

L'Autore

Hong Kong

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