La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

I soldi non servono a niente

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soldiSecondo spettacolo della stagione per il teatro Prati e in scena va il testo di un autore poliedrico, Nino Marino, che oltre a scrivere per il teatro commedie di successo (“Un angelo calibro 9”, “I soldi”, “Gente di facili costumi” scritta con l’attore Nino Manfredi) si divide tra cinema nelle vesti di sceneggiatore e letteratura (tra i suoi romanzi ricordiamo “Interno di famiglia con miracolo”, il giallo storico “Rosso pompeiano” e “Bisturi per signora”). Va dunque in scena la sua pièce ‘I soldi non servono a niente’, interpretata e diretta da Fabio Gravina; nel cast anche Tito Manganelli, Arianna Ninchi, Gianni Franco e Matteo Micheli. La storia inizia con l’irruzione inaspettata in una casa rispettabilissima di un personaggio ambiguo che insiste nel dichiararsi il marito appena uscito di galera della padrona di casa.

La premessa, evidentemente, non lascia presagire nulla di tranquillo, infatti di lì a poco si scoprirà un segreto che accomuna tutti i personaggi e che determinerà una serie rocambolesca di fraintendimenti e doppi giochi che ben evidenziano, seppur in chiave assolutamente ironica, il cinismo dell’indole umana di fronte alla possibile perdita dell’agiata posizione economica che ci si è faticosamente accaparrati. Posizione raggiunta grazie al fatto che il marito accettò di accollarsi le colpe dei reati commessi da un politico, con la promessa che lo stesso avrebbe garantito il sostentamento della sua famiglia. Evidentemente negli anni di reclusione al sostentamento economico si è aggiunto anche un non pattuito sostentamento affettivo.

Così, l’uscita “prematura” di galera del marito a causa di un indulto mette a soqquadro i piani dell’ex moglie e del nuovo amante che prevedevano il suo arrivo solo dopo il quarto anno di detenzione. Il loro stato confusionale li porterà anche a cercare un reato che possa ricondurre in prigione il marito ancora per un anno. Le innumerevoli peripezie forse ricondurranno i protagonisti verso l’amore disinteressato…o forse preferiranno ancora scegliere una vita di comfort acquisiti con l’inganno. Ancora una volta il repertorio del Teatro Prati conferma la scelta del suo direttore artistico, Fabio Gravina, di proposte leggere ma ben costruite ed orientate a tematiche divertenti e problematiche attuali che oltre alla risata generano una sorta di autoriflessione e che fanno inesorabilmente parte della quotidiana vita vissuta da ognuno di noi.

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