La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta.

Abraham Lincoln

Il fascino discreto dell’Oman, nuova meta del turismo di lusso

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FUTURO QUOTIDIANO PROPRONE UN REPORTAGE A PUNTATE DEDICATO ALL’OMAN A FIRMA DEL DIRETTORE EDITORIALE VELIA IACOVINO, CHE HA VISITATO IL PAESE CON L’APEMA, L’ASSOCIAZIONE DELLA STAMPA EUROPEA CHE SI OCCUPA DI MONDO ARABO PRESIEDUTA DAL GIORNALISTA NIDAL SHOUKEIR E HA INCONTRATO ESPONENTI DEL GOVERNO E RAPPRESENTANTI DELLA STAMPA E DI ASSOCIAZIONI FEMMINILE E IMPRENDITORIALI.  DOPO IL SERVIZIO SULL’OPERA HOUSE DI MUSCAT, FOCUS SUL TURISMO 

Muscat. La Fortezza di Al Jalali

Deserti, alture di pietra lavica, il mare, le fortezze, i castelli, e i tramonti senza fiato sul bianco accecante delle case basse e sui minareti. I musei, le gallerie d’arte, i suq, i siti archeologici e una natura incontaminata. L’Oman, il paese dell’Islam gentile e del petrolio che non ha stravolto le bellezze dell’habitat, ha deciso di aprire le sue porte al mondo. Il futuro incalza anche in questa zona del pianeta , che è la più  a est della penisola arabica, e che finora aveva scelto di rimanere dietro le quinte del grande palcoscenico mediorientale. E’ tempo di un nuovo rinascimento per il paese del sultano Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd, che alla crisi petrolifera sta reagendo con la diversificazione dell’economia e un ambizioso piano di sviluppo, che punta molto al turismo, come ha spiegato il ministro competente di questo settore Ahmed Bin Nasser Bin Hamed Al Mahrizi nel corso di un incontro organizzato a Muscat dall’ associazione della Stampa europea che si occupa di mondo arabo e della quale  è presidente il giornalista Nidal Shoukeir.

Muscat. La Grande Moschea

“Dobbiamo guardare al futuro –ha sottolineato al Mahrizi- e l’Oman non possiede solo idrocarburi e gas, ma straordinari tesori da valorizzare. E abbiamo cominciato già a farlo”. In cantiere c’è il progetto 2016-2040 che, con un volume di investimenti  pari a 19 miliardi di rial omaniti, mira a creare oltre 500 mila posti di lavoro e un incremento del contributo del turismo al pil pari al 10% con ricadute in positivo sull’indotto e sulle infrastruttire: è già in cantiere l’ampliamento dei due principali aeroporti internazionali, la costruzione di tre aeroporti regionali a Duqm, Sohar e Ras al-Hadd, di una ferrovia e di nuove grandi arterie stradali,  l’apertura di 24 hotel e resort, di quattro musei, di un teatro, di cinque stadi, di 6 centri commerciali, di quattro centri i congressi e un parco divertimenti a tema. Una grande occasione anche per gli investitori stranieri.

La  strategia messa in campo dal sultanato, deciso a rimanere estraneo alle grandi tensioni e ai conflitti mediorientali,  mira insomma a  trasformare l’Oman entro il 2040 in una delle mete preferite da chi ama viaggiare: undici milioni di visitatori l’anno è l’obiettivo da raggiungere. “Ma il turismo al quale puntiamo – ha tenuto a sottolineare il ministro- non è quello di massa. Ma è un turismo di qualità con grandissima attenzione al rispetto dell’ambiente  e al nostro patrimonio di bellezza e storia”. Un turismo,  ha sottolineato Al Mahrizi, che va in una direzione diversa sia da quello di Dubai, che da quello tunisino, e che si articolerà in 9 diversi modelli di business: vacanze per il relax, viaggi e cultura; natura e avventura; itinerari ad hoc; soste multiple e brevi; festival; meeting ed eventi.

Muscat. Il Palazzo Reale di Al Alam

La grande macchina del marketing è già in moto. E se Muscat guarda molto all’Europa – la maggior parte dei turisti oggi arriva soprattutto dalla Gran Bretagna, seguita da Francia, Germania, Spagna e Italia, dalla quale i visitatori sono in netto aumento grazie anche al volo diretto da Milano, inaugurato dalla compagnia di bandiera omanita in coincidenza con l’Expo 2015- è la Cina il grande, immenso bacino al quale attingere.

E dall’ex impero celeste propri in questi giorni sono approdate in Oman 16 agenzie specializzate nell’organizzazione di grandi tour, interessate a questa nuova meta, dal fascino discreto e unico, sicura e ospitale, colta ed esotica, a cominciare dalla capitale, Muscat, che è una città fuori dagli standard delle altre metropoli mediorientali, elegante e raffinata che cattura lo sguardo poco alla volta, con i suoi scorci lunari fatti di pareti di roccia brulla, l’azzurro intenso del mare che spunta all’improvviso all’orizzonte, la gentilezza degli abitanti,  l’impeccabile e rigorosa architettura araba neo-razionalista delle moschee, degli edifici e delle case, il marmo, il legno intagliato, i prati all’inglese, le aiuole, le fontane. Ma nessun grattacielo come nei vicini Emirati.

Qui, i palazzi,  come stabilisce un editto del sultano, non possono superare  i 91 metri di altezza del minareto della Grand Mosque. A Muscat, che comunque è super hi-tech,  la globalizzazione non ha ancora contaminato tutto.  L’Oman sta cercando di preservare la propria identità: la gente tiene alla propria cultura e tradizioni e se la spinta omogeneizzante che arriva dall’esterno è forte – lo si nota soprattutto nei suq, invasi di souvenir indiani di bassa qualità- per le strade e nei luoghi pubblici uomini, anche giovanissimi, non sembrano aver rinunciato alla Dishdasha (l’elegante tunica maschile monocolore, bianca o beige o blu che ha per unico ornamento una nappa, furakha, impregnata di profumo sul colletto), alla Kummah, un cappello ricamato,  e, nelle occasioni formali, al  Mussar, una stoffa di forma quadrata sistemata a turbante; e le donne all’Abayya, una lunga tunica nera, spesso anche colorata, al copricapo semplice e rigoroso, che è una scelta non imposta, come spiegano, al trucco che mette in risalto gli occhi e la bocca,  e ai gioielli vistosi e luccicanti.

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L’Opera House di Muscat, un gioiello di creatività e dialogo

Durante la conferenza stampa al Ministero del Turismo

Muscat. Veduta della città

Muscat. Una veduta

 

Muscat. Tra mare e rocce

Muscat. Particolare architettonico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Uno scorcio del suq di Matrah

L'Autore

1 commento

  1. Brandino Rangoni M. il

    E’ tempo che il pubblico europeo si renda conto della vera natura dell’Islam, attraverso articoli come questo, che allargano la visuale oltre i confini delle gesta dei terroristi e dell vituperazione dei media, e ci portano a intravedere quello che e’ la realta nel mondo islamico di un milirdo e mezzo e piu’ di esseri umani.
    Brandino Rangoni

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