"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

Il lavoro del futuro? Ha un colore, è green

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Green non è solo habitat. E’ risorsa economica e occupazionale Il green è risorsa. Anche e soprattutto economica. Non più un’area di nicchia come veniva percepito fino a poco tempo fa. E’ un green economy. futuro quotidianosettore in cui investire sempre più. Come sta facendo la Commissione Ambiente dell’Unione Europea che ha già stanziato con Il fondo a tasso agevolato dello 0,50%, escluse commissioni bancarie “Ex Kyoto”, 125 milioni di euro per finanziare 63 progetti volti ad incrementare l’occupazione giovanile. E non solo. La Ue ha adottato proprio in questi giorni anche una “Green Employment Initiative Communication”. Si tratta di un finanziamento pluriennale, che dal 2014 si prefigge di raggiungere cinque obiettivi principali entro il 2020. Piccole e medie imprese diventeranno più verdi  Uno dei traguardi indispensabili da raggiungere sarà rendere le piccole e medie imprese, lasciando invariata la produttività, “più verdi”. Alle Pmi verrà chiesto di limitare l’impatto dei danni ambientali e promuovere un’economia a basse emissioni di carbonio. Le nuove regole favoriranno lo sviluppo aziendale e contemporaneamente un risparmio stimato fino a 630 miliardi di euro l’anno per l’industria europea. Il piano dell’Unione Europea faciliterà l’accesso ai mercati internazionali con prodotti e servizi sostenibili coerentemente con quanto deciso dal “pacchetto clima-energia 20-20-20”, varato dalla Ue, che impone di ridurre le emissioni di gas serra del 20%, alzare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili alla stessa variazione percentuale e portare al 20 % il risparmio energetico, tutto entro il 2020. Nuovi parametri sulle emissioni di gas Per dare sostegno al piano economico, la Commissione europea ha fissato nuovi parametri sulle emissioni di gas serra  che dovrebbero diminuire, entro il 2030, del 40% rispetto al 1990. La posizione delle istituzioni europee trova riscontro nelle teorie dell’analista statunitense Jeremy Rifkin, che ha elaborato un nuovo paradigma economico in grado di accompagnare l’economia mondiale verso “un’epoca post-carbonio”, ovvero una nuova civiltà industriale non più fondata sull’impiego dei combustibili fossili, in via di esaurimento e responsabili dei cambiamenti climatici del nostro pianeta, come petrolio e gas. Piano Rifkin Secondo il  “piano di Rifkin” per la sostenibilità economica a lungo termine e adottato dall’Unione Europea nel 2007, la Ue  sarebbe proiettata in un sistema in cui l’energia utilizzata sul territorio viene prodotta, sfruttando quelle rinnovabili, a livello locale. Queste green-economy. futuro quotidianorisorse verrebbero immagazzinate principalmente sotto forma di idrogeno, affidando il trasporto dell’energia green a una “rete Internet energetica”. “Amici della Terra” monitora impatto su occupazione e green in Italia Sul territorio nazionale italiano, l’associazione “Amici della Terra” monitora l’impatto sull’occupazione nei campi direttamente coinvolti come  rinnovabili ed efficienza energetica. L’andamento positivo del settore dipendente dalle nuove politiche di sostegno promosse e attuate a livello europeo, nazionale e locale, l’impatterebbe sull’occupazione. “Alcune figure professionali potranno trasformarsi, altre scomparire come elettricisti, fabbri e manovali, adattandosi alle nuove qualifiche richieste dalle tecnologie e metodi di lavoro compatibili con le produzioni verdi. Si assiste così, a una trasformazione quantitativa, qualitativa e di composizione della domanda di lavoro che induce mutamenti nell’offerta”, spiega Monica Tommasi di “Amici della terra”. Nel 2020 2,8 mln di nuovi posti totali di lavoro nell’energia rinnovabile e 3,4 milioni entro il 2030. Attualmente il dibattito sulla definizione dei green jobs e sul contributo potenziale dei diversi settori produttivi alla green economy, è ancora aperto: non resta che attendere lo sviluppo delle strategie da mettere in campo per favorire il processo “eco”. Barbara Gherardi

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