Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Il Marocco lancia il suo Piano Marshall contro la pandemia

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Unico nel suo genere in Africa, è stato approvato in Marocco un piano senza precedenti per combattere il coronavirus e al contempo ridare fiato all’economia nazionale definito il Piano Marshall marocchino. Messo in atto dal re Mohammed VI, dall’inizio della crisi sanitaria del coronavirus, questo piano rientra in un approccio di prevenzione al fine di preservare il regno della pandemia. Da un lato infatti il monarca è subito intervenuto per rafforzare la sanità pubblica, in particolare aprendo nuovi posti letto di rianimazione e ordinando alla sanità militare di aprire le porte ai civili contagiati dal virus. Subito dopo è stato deciso di dare vita ad un piano di quarantena e di distanziamento sociale, simile a quello dei paesi europei, con le forze di sicurezza impegnate nel farlo rispettare.

La quarantena però ha degli effetti diretti sull’economia e anche socialmente non è a lungo sostenibile. Per questo il re Mohammed VI, particolarmente sensibile alle istanze dei più poveri, ha ordinato l’obbligatorietà dell’uso delle mascherine mediche nei luoghi pubblici, prendendo esempio da quanto fatto nella regione italiana della Lombardia ma anche in Corea del Sud e negli altri paesi asiatici.

Quello ideato quindi è un piano di risposta multidimensionale con varie misure di ampia portata attuate dal Marocco per combattere la diffusione del coronavirus e far fronte all’impatto economico e sociale dell’epidemia. Posto in uno stato di emergenza sanitaria il paese, che ha chiuso i suoi confini come primo provvedimento e istituito un contenimento generale dal 20 marzo, si sta mobilitando in modo massiccio per sostenere le popolazioni più colpite dal rallentamento dell’attività economica, in particolare attraverso il fondo speciale COVID-19, avviato dal Re Mohammed VI, che finora ha raccolto oltre 32 miliardi di dirham (3 miliardi di euro) in donazioni.

Quello che preoccupa la casa reale di Rabat è anche cosa accadrà alla fine di questa crisi. Per questo è stato istituito un comitato di vigilanza economica (CVE), per valutare e anticipare le ripercussioni economiche dirette e indirette di Covid-19, che ha adottato una serie di misure finanziarie. Inizialmente, il comitato è intervenuto a favore dei dipendenti pubblici, in particolare attraverso la sospensione del pagamento degli oneri sociali e l’istituzione di indennità specifiche.

Il comitato ha quindi affrontato il caso dei dipendenti del settore privato non dichiarati al sistema sanitario nazionale che rappresentano una parte significativa della popolazione e occupano un posto considerevole nel panorama economico marocchino. A causa della complessità del problema e della difficoltà di identificarli con precisione, il governo marocchino ha deciso di distribuire gli sforzi in due fasi.

La prima fase riguarda le famiglie che operano nel settore informale e che dispongono di una carta RAMED. Per quanto riguarda la seconda fase della distribuzione delle prestazioni, riguarderà le famiglie non affiliate a RAMED che operano nel settore informale e che hanno perso il proprio reddito a causa del parto.

E’ per questo che la rivista Forbes ha evidenziato il mantenimento invariato del rating del Regno da parte dell’agenzia di rating Fitch. Mentre diversi paesi hanno visto il loro rating sovrano declassato, l’agenzia di rating statunitense mantiene il Regno al BBB- con una prospettiva stabile, in un rapporto pubblicato a metà marzo. A differenza dell’Italia, dove il problema dei casi di contagio nelle carceri non è stato affrontato dal governo, in Marocco il re ha deciso di attuare una grazia reale per evitare che la pandemia si diffondesse nei centri di detenzione. Mohammed VI, ha concesso la grazia reale a favore di 5.654 detenuti. Inoltre, il monarca ha ordinato di adottare tutte le misure necessarie per rafforzare la protezione dei detenuti negli istituti penitenziari. I detenuti che hanno ricevuto la grazia reale sono stati selezionati sulla base di criteri strettamente oggettivi, che tengono conto della loro età, del loro stato di salute e della durata della loro detenzione, nonché della buona condotta durante la loro detenzione, afferma la stessa fonte.

Infine sempre nell’ambito di queste misure anti-crisi, il ministero della Salute del Marocco ha ricevuto grandi quantità di attrezzature mediche e sanitarie dalla Cina e dalla Corea del Sud, al fine di rafforzare la sua strategia per combattere il coronavirus. Questi carichi sono arrivati in Marocco attraverso l’aeroporto internazionale di Casablanca, con voli speciali provenienti da questi due paesi. Alle aziende marocchine, specializzate nella produzione di attrezzature mediche, è stato anche chiesto di rafforzare le risorse materiali degli ospedali. La modalità di appalto di questi contratti con lo Stato avviene in fretta, spiega un funzionario di Rabat alla stampa locale, il pagamento dell’attrezzatura è in contanti attraverso una commissione che lavora 24 ore su 24.

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