Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro.
Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

Alan Kay

Gli incontri settimanali

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1) Le uscite della Miccolis sono spesso dettate dalla golosità e in bici raggiunge quei luoghi di leccornie pregustandone il piacere durante il tragitto. Uno di questi la gelateria, per fortuna non troppo lontano da casa, il cui unico difetto è una coda di persone tanto snervante. Un giorno, dopo essere riuscita finalmente a prendersi il suo gelato, mentre se lo gustava, un volto piuttosto conosciuto faceva una sorta di slalom in mezzo a tutta quella gente, puntava dritto verso di lei e le diceva sorridendo “Buono il gelato?”. Bloccata, in quel momento pensava solo a quanto la sua bocca fosse sporca, quindi senza staccare il cono da questa rispondeva “sì” con un semplice cenno del capo. Il signore se ne andava poi con la vasca di gelato sotto braccio: era Paolo Virzì e mentre si allontanava Miccolis pensava, “ma invece di dirmi quanto è buono il gelato non poteva scritturarmi per qualche suo film?” e tornando a casa intonava la canzone “La prima cosa bella”.

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2) Fuori da una pizzeria mentre aspettava che un amico chiudesse il locale notava che il colore dei suoi capelli era venuto troppo scuro, “ma biondo – diceva l’amico – ti farebbe più vecchia”. Da dietro una voce lo contrariava, “ma quale vecchia – tuonava un uomo ben vestito, camicia casual, capello liscio, occhiali da professore – non mi sembra proprio – e subito un inchino e un baciamano – anzi è una bellissima ragazza”. Era Vittorio Sgarbi e con lui due giovinette tirate a lustro con un capello biondo tinto che la squadravano in maniera disgustata. Come dare loro torto, Miccolis indossava una gonna dell’indiano di Lavapies di Madrid, tutta colorata, lunga e a frange, scarpe da ginnastica nere, e una borsetta che avrebbe dovuto buttare da tempo e invece per pigrizia aveva ancora con sé. Non nega di essersi sentita in uno di quei momenti di gloria, “Brava – pensava – anche da zecca in un nanosecondo sei riuscita a distruggere due tipe fighette insopportabili”.

3) Mentre di fretta andava a comprarsi un bel cannolo alla ricotta, sui ponti di Trastevere, Miccolis veniva fermata da un signore piccolino, con il quale ogni volta che si incontrava scambiava dei sorrisi. “Ma dove va sempre così carina in giro? La vedo dappertutto con la sua bicicletta”. Il regista di “Pranzo di ferragosto” l’aveva notata, così nella mente lei già pensava a un film da girare insieme, proponeva idee e immaginava le inquadrature. Ma Gianni di Gregorio si scordava di chiamarla, e le sue idee rimanevano incompiute, ma forse ancora da realizzare, e si catapultava come Sergio Rubini nel film L’intervista a Cinecittà, con un vecchio tram… Come fai a non sognare di entrarci?

Stefania Miccolis

L'Autore

1 commento

  1. Grande Miccolis! La prossima volta ti notano i Vanzina! I tuoi racconti sono divertenti. Ne vogliamo uno al giorno!

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