Ibrāhīm ibn ʿAwwād ibn Ibrāhīm al-Badrī al-Ḥusaynī al-Qurashī al-Sāmarrāʾī è vivo. L’Isis non ha perso il suo leader assoluto, il suo punto di riferimento. A porre fine al susseguirsi di voci e twitter che da ieri davano per certa la morte di al- Baghdadi, il Califfo Ibrahim sotto i bombardamenti americani ad al Qaim, nella regione di Al Anbar, è stata una dichiarazione del portavoce dello Stato Islamico, Abu Mohammed al Adnani, diffusa dai media arabi.
Al Baghdadi è stato ferito, ma le sue condizioni sono buone, ha assicurato. Ma altre fonti, una in particolare riportata dalla tv al Arabiya, che è stata la prima venerdì a dare la notizia del ferimento, confermano che al Baghdadi è in condizioni critiche.
Intanto il president Barack Obama in una intervista alla Cbs ha annunciato l’inizio della fase 2 nella guerra dichiarata all’Isis con l’invio imminente di 1.500 militari a Baghdad con il compito di addestrare i soldati iracheni e le brigate curde a sferrare l’attacco decisivo al Califfato. L’Isis dopo aver rotto l’alleanza con le tribù locali, sta perdendo terreno da un punto di vista strategico.
Bombardati dal cielo e circondati a terra, i jihadisti hanno dovuto rinunciare per esempio al controllo totale di Baiji, che era saldamente nelle loro mani, dove si trova la più grande raffineria petrolifera dell’Iraq. I militari sono infatti riusciti a riconquistare, con l’aiuto delle potenti qabile locali, il 50% della città che dista 200 chilometri dalla capitale.