Benjamin Netanyahu non ce l’ha fatta. Il neoleletto premier israeliano, uscito trionfante dalle elezioni parlamentari dello scorso aprile, conquistando insieme al suo partito, il Likud, 35 seggi, speranzoso di poter assicurarsi insieme ai suoi teorici alleati il controllo necessario di 67 parlamentari del Knesset, è fallito nell’intento di formare il nuovo governo. Così il paese dovrà tornare alle urne. La data fissata è il 17 settembre.
L’insormontabile ostacolo che Bibi ha incontrato sul suo cammino ha un nome e un cognome: Avigdor Lieberman, ex ministro della difesa, che ha posto condizioni sempre più difficili per il suo ingresso nella coalizione del centro destra, fino alla richiesta di rendere obbligatorio il servizio militare anche agli ultra-ortodossi, che ha indotto Netanyahu a gettare la spugna.
E ora cosa ne sarà dei piani di pace con la palestina, annunciati dal presidente americano Donald Trump?