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Rainer Maria Rilke

Italia. Disagio sociale al top. I dati più alti dal 2007

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Sale il disagio sociale in Italia. I nuovi dati relativi al Mic di Confcommercio (Misery Index Confcommercio), cioè la misura mensile che evidenza appunto il disagio sociale causato dalla disoccupazione estesa (quella relativa a cassaintegrati, disoccupati e scoraggiati) e dalla variazione percentuale dei prezzi di beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, non evidenziano nulla di buono per il mondo del lavoro del nostro Paese. Lo scorso novembre l’indice di disagio sociale è infatti salito a 22,0, rispetto al 21,3 del mese precedente, registrando così il valore più alto dal 2007, anno in cui questo indice è stato calcolato per la prima volta.

Aumenta la disoccupazione italiana

disagio socialeE tale aumento, che riflette il deterioramento delle condizioni del nostro mercato del lavoro, si traduce in un innalzamento della disoccupazione, che nel mese di novembre si è attestata al 17,3% ( registrando così un più 0,2) e l’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto, arrivata allo 0,2%. Dati questi che gettano una nuova ondata di pessimismo sul futuro del motore principale di ogni paese, il lavoro. In Italia infatti è del 13,4% il tasso ufficiale di disoccupazione con 3 milioni 457 mila unità che non possono contare su uno stipendio a fine mese. E a gettare ancora più sconforto è l’abbassamento del numero degli occupati, sceso a 48 mila persone rispetto al precedente ottobre.

Normale allora, verrebbe da pensare, che non può che crescere anche la cifra di tutti colori che si sentono scoraggiati dalla situazione di precarietà lavorativa italiana. E infatti anche in questo settore i numeri non sembrano mostrare elementi discordanti con i riscontri precedenti. Dai dati elaborati dal Mic emergono 909 mila scoraggiati  in Italia nel mese dello scorso novembre. Come far smuovere allora una situazione così poco rosea? Secondo il Misery Index Confcommercio, in un contesto in cui si potrebbe assistere a un ridimensionamento di alcuni prodotti definiti ad alta frequenza d’acquisto, come il carburante, (ridimensionamento finalizzato a ridurre questi livelli preoccupanti di disagio sociale), occorre creare una situazione più favorevoli sul versante occupazionale.

Anita Zeipi

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