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Pietro Barilla

Italicum: dialogo tra un giudice costituzionale e uno scienziato politico

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L'udienza pubblica della Corte Costituzionale, con la presenza dei tre nuovi giudiciFranco Modugno (2D), Giulio Prosperetti (D) e Augusto Barbera (S), a Roma, 12 gennaio 2016.      ANSA / MAURIZIO BRAMBATTI

Scienziato: Non solo, caro Giudice, ci avete messo un sacco di tempo per partorire un topolino, ma adesso vi date addirittura quindici giorni (le motivazioni della sentenza saranno pubblicate il 10 febbraio) per stendere il testo completo.

Giudice: Manca il personale. Ah, no: questo non lo credete. Dirò, allora, che c’erano dissensi tecnici e politici. Insomma, il Parlamento opera lentamente dietro muri di ignoranza e da noi volete una rapida supplenza senza accondiscendenza addirittura in piena trasparenza?

S: A me, in una delle poche riforme sulle quali sono d’accordo con Rodotà, piacerebbe leggere non solo le motivazioni della maggioranza, ma le motivazioni eventualmente concorrenti, ancorché differenti, e soprattutto le opinioni dissenzienti. Vorrei portarvi a Filadelfia (dove fu scritta la Costituzione USA) e non lasciarvi sul Partenone.

G: Perché sul Partenone?

S: E dov’altro si poteva ricorrere al sorteggio se non là dove uomini bianchi, cresciuti agli insegnamenti dei filosofi, benestanti, leggermente abbronzati e profumati, di status eguale, erano disponibili ad accettare il sorteggio per le cariche elettive? Invece, il sorteggio attraverso il quale stabilire il collegio di cui il pluricandidato sarà rappresentante sembra alquanto orwelliano.

G: Non le pare di esagerare, scienziato, perché chiamare in causa Orwell, mica siamo nella Fattoria degli animali?

S: Come no! Tutti i candidati sono eguali, ma alcuni sono più eguali di altri. Infatti, ce ne saranno molti che continueranno a godere delle pluricandidature e molti che saranno capilista bloccati. Alquanto scandaloso. Forse va anche contro il principio di eguaglianza dell’art. 3 della Costituzione che noi referendari del NO abbiamo appena salvato.

G: Nell’art. 3 mica sta scritto che tutti i cittadini candidati sono eguali davanti alla legge elettorale. L’eguaglianza l’abbiamo recuperata con quello che lei critica: il sorteggio. Pensi come sarà divertente.

S: Divertente, non so, ma, sostanzialmente, privo di rischi per l’elezione dei pluricandidati, inesorabilmente, anche pluriparacadutati e, soprattutto, privo di opportunità per gli elettori che non potranno bocciarli.

G: Sottigliezze le sue, scienziato dello stivale italico. Guardi al nostro intervento più incisivo: l’abolizione del ballottaggio. Non vede che con un colpo di forbici abbiamo ridato al paese l’agognata proporzionale?

S: Tanto per cominciare io non l’agognavo per niente. Secondo, il ballottaggio era, quasi esattamente come per l’elezione dei sindaci, uno strumento importante nelle mani degli elettori partecipanti che acquisivano il potere di decidere a chi consegnare il potere di governarli. L’avete tolto perché temevate che il prossimo governo fosse a Cinque Stelle.

G: Oh, no, scienziato, noi non facciamo politica, suppliamo alle carenze oramai drammatiche della politica. Adesso, aspettiamo che i parlamentari in carica “armonizzino” la legge per la Camera con il Consultellum che abbiamo già scritto per loro tre anni fa. Che cosa volete di più?

S: Continuo a volere un Europaeum, vale a dire una legge sul modello di quelle che, in Francia, doppio turno in collegi uninominali, e in Germania, proporzionale personalizzata son soglia di accesso al Bundestag, hanno dato ottima prova di sé.

G: Ma, allora, visto che si unisce alle nostre schiere? Anche lei arriva sul Partenone. La avrà quella legge elettorale, la avrà: alle calende greche.

Gianfranco Pasquino

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