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Gianni Rodari

Kokoro scanner, macchina della verità pret à porter

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kokoro scannerI libri e i film thriller non mancano, nel loro repertorio, di ricorrere alla cosiddetta ‘macchina della verità’, o poligrafo, attraverso la quale si piegano alla confessione anche i bugiardi più coriacei o le spie più impassibili. Più nazionalpopolare e praticato, talvolta, alle feste è il ‘Gioco della verità’, che serve a mettere scherzosamente alla prova amici un po’ mendaci. Forse è pensando a questo diffusissimo gioco che, in Giappone, è stato inventato ‘Kokoro scanner’ (nome completo: Kokoro Scanner Lie Detector Headset, prodotto dalla Takara Tomy), un dispositivo che, cingendo la fronte come una fascia, ha un visore in cui viene indicato se, chi lo indossa, dice la verità o una bugia.

Come? Il display sulla fronte è come un semaforo: si tinge di verde se chi indossa ‘Kokoro scanner’ dice la sacrosanta verità; passa al giallo se il caso è dubbio; infine, diventa rosso squillante se la menzogna è plateale. Il funzionamento è presto detto: malgrado il sensore sia posizionato sulla fronte, esso registra la frequenza del battito cardiaco, focalizzandone le variazioni. Esistono, invece, macchinari più complessi e attendibili che misurano le onde cerebrali, ma certo non sono così basici e destinati più al gioco che alla reale indagine sui bugiardi professionisti. Un giocattolo, dunque, ma fino a un certo punto: chi, nel Paese del Sol Levante, l’ha provato, giura che funziona con una certa attendibilità, pur essendo praticamente un giocattolo. Sarà vero?

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