Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

L’ IRAN NON E’ PIU’ UNO STATO CANAGLIA. MA NON TUTTI FESTEGGIANO L’INTESA SUL NUCLEARE

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L‘Ir??????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????????an non è più uno stato canaglia, ma non tutti festeggiano l’intesa sul nucleare raggiunta dopo 18 mesi negoziati ospitati nello storico hotel Beau Rivage di Losanna, dove nel  1923 venne firmato il trattato per definire i confini della Turchia dopo la caduta dell’Impero Ottomano.

 

L’Iran non è più uno stato canaglia. E questa notte ha festeggiato la storica intesa sul nucleare raggiunta a Losanna con le sei potenze mondiali coinvolte nei negoziati. Il prossimo passo sarà a giugno con la firma dell’accordo. Un accordo che sarà a lungo termine e che ha lo scopo di monitorare sotto ogni aspetto il programma nucleare iraniano”, ha detto il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, spiegando che “esso non si basa sulla fiducia ma su un sistema di verifiche  accurato e senza precedenti e tale che se Teheran imbroglierà, il mondo lo saprà subito”. Sono durate 18 mesi le trattative ma alla fine la partita sembra essersi chiusa con una serie di soluzioni trovate sui parametri chiave.

Tutti contenti? Non proprio. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’intesa annunciata dal  5+1, il gruppo di potenze costituite da Cina, Francia, Gran Bretagna, Russia, Usa e Germania,  un “errore storico” e una minaccia alla sopravvivenza dello stato ebraico e ha convocato per oggi il gabinetto di sicurezza nazionale.  Anche l’Arabia Saudita, e gran parte del mondo sunnita,  non hanno certo accolto con favore il riavvicinamento di Teheran a Washington, e questo potrebbe avere devastanti ripercussioni sullo scacchiere geopolitico mediorientale. Poi c’è l’opposizione repubblicana, da sempre contraria a compromessi con gli ayatollah con la quale Obama deve fare i conti. E infine ci sono  falchi del regime di Teheran che considerano un cedimento la conclusione positiva del negoziato.

L’Iran ha accettato di congelare l’arricchimento dell’uranio superiore al 5% e di diluire le sue riserve con una purezza al 20% -per fare una bomba atomica l’uranio deve essere arricchito al 90%- a depotenziare alcuni siti, a non dotarsi di altre strutture di arricchimento dell’uranio oltre quella  di Nataz, a convertire in centro di ricerca l’impianto di Fordow, a modificare il reattore ad acqua pesante di Arak -ne sarà costruito un altro con l’aiuto delle potenze mondiali- e a trasferire all’estero il plutonio. In cambio tutte le sanzioni imposte dalla comunità internazionale a Teheran verranno revocate nel momento in cui l’Aiea (l’Agenzia Internazionale per l’Agenzia Atomica) avrà verificato il ripetto degli impegni.

Il ministro degli esteri iraniano Mohamed Jawad Zarif ha dato notizia dei momenti clou dell’intesa con una carica di tweet, rilanciati con entusiasmo dal presidente Hassan Rouhani. ”Trovate le soluzioni, siamo pronti a cominciare immediatamente la stesura dell’accordo”, annuncia nell’ultimo di una lunga serie di messaggi il capo della diplomazia di Teheran e il paese esulta e celebra la fine delle sanzioni, che sbloccheranno gli introiti derivanti dalla vendita del petrolio: miliardi di dollari pioveranno sul paese degli ayatollah.

 

 

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