Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

L’8 marzo sei Tu

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IMG_2538L’8 marzo sono tutte le mimose del mondo, quelle gialle e rigogliose che fioriscono i primi giorni di primavera; quelle vendute per strada, ai semafori, nei mezzanini dellametropolitana; quelle tagliate a fascetti e chiuse nei coni o nelle bustine di plastica; il rametto che ritrovi dimenticato tra una pagina e l’altra di un vecchio libro di scuola; quell’ultima confezione acquistata a pochi centesimi, prima della mezzanotte, perché meglio tardi che mai.

L’8 marzo e’ la mia amica d’infanzia che non ha avuto figli e non li avrà più; è la mia amica che dice: ho sprecato tempo prezioso e adesso la natura mi è avversa; è la mia amica che non ha perso il sorriso; che adora i nipoti come ne fosse la mamma; che tratta il suo cane con lo stesso amore che un genitore riserva al proprio bambino.

L’8 marzo sei Tu che hai imparato a tue spese che quando sei troppo allegra e mostri il tuo sorriso migliore ti daranno della sciocca e poco di buono ma se poi tieni il muso allora meriti il peggio perché te la tiri.

L’8 marzo è una sconosciuta che dal parrucchiere piange e non si da pace che il suo lui è andato via, sparito per sempre, chissà dove, chissà con chi, chissà perché.

L’8 marzo è la mia estetista che mentre ti strappa la pelle di dosso dice: di questi tempi e’ un lusso se è l’uomo a lasciarti per primo. Vuoi mettere? Uno che va via di sua volontà senza nemmeno sfregiarti: non se ne trovano più.

L’8 marzo è una ragazza bellissima al nono mese di gravidanza di fronte ad un uomo che dice di amarla. E proprio mentre lo dice le getta un secchio di acido addosso e Lei d’istinto si copre prima prima la pancia e poi il viso.

L’8 marzo è la mia vicina di casa che lavora senza un giorno di tregua perché ha tre figli e un marito disoccupato.

L’8 marzo sono le riserve infinite di una casalinga in vestaglia, i capelli legati, il termometro in tasca e un figlio che piange perché la febbre non passa.

L’8 marzo è una sigaretta fumata in balcone respirando l’aria fresca di questo inizio stagione.

È una giovane donna che controlla i biglietti su un intercity affollato in partenza per Napoli.

Sono le unghie dalla forma a mandorla ricostruite con una doppia colata di gel; stivaletti a cowboy e risate sguaiate.

Le tavolate di amiche, zie, mamme, nonne, vicine di casa e vedove allegre. Che poi, in fondo, ma che male c’è?

L’8 marzo sono io che ho difficoltà ad affittare la mia casa da single, il mio letto, le mie cose più intime. Figuriamoci il resto.

L’8 marzo è un ambulante che vende un mazzo di fiori gialli ad una donna che cammina tutta sola per strada.

L’8 marzo sono tutte le Mimosa del mondo che non hanno un santo che le protegga, in questa folla di santi che non hanno lasciato traccia di se’ nei secoli addietro.

Fiorella Corrado

L'Autore

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