Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

La Grecia affonda. Bailout o not bailout?

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greciaLa Grecia affonda, è ridotta allo stremo, anche se chi va in vacanza in questi giorni nelle splendide località e isole del paese non riesce a percepirlo. Il mare, il sole e la grande bellezza aiutano a rimuovere le immagini inquietanti della gente che fa la fila davanti alle banche per ritirare quanti più soldi possibili, il prima possibile, in attesa del referendum convocato per il 5 luglio per dire sì o no al piano di bailout messo a punto dalla troika che ha bocciato tutte le proposte alternative presentate da Atene: 16,3 mld di euro in cambio di riforme, che mirano ad aumentare le tasse, a tagliare le pensioni, il welfare, a colpire con tutta l’austerità possibile le fasce medio e basse, le più colpite dalla crisi. Proprio quelle che Syriza, il partito del premier, si era impegnata a proteggere.

Una iniezione di denaro che per il modo in cui è stata ripartita non sembra affatto mirata a rimettere in funzione il vecchio carrozzone economico greco, ma piuttosto a disarticolarlo definitivamente: una prima tranche da 1,8 miliardi, proveniente dal fondo “salvastati” Efsf (European Financial Stability Facility), da erogare subito, servirebbe infatti per pagare il debito con il Fondo Monetario Internazionale in scadenza il 30 giugno; 10,9 miliardi verrebbero stanziati per la mera ricapitalizzazione delle banche greche; i rimanenti 3,6 miliardi di euro, provenienti dai profitti che la Banca Centrale Europea ha realizzato acquistando i titolo di stato greci nel 2014 e nel 2015, servirebbero per il resto.

Un accanimento quello di Fmi, Ue e Bce davvero privo di giustificazioni e che fa pensare a un occulto gioco di risiko. Chi si prende la Grecia dopo si prenderà l’Italia e dopo ancora? Sotto a chi tocca. Perché i programmi di riforma presentati da Atene, che non ha alcuna intenzione, come è stato messo in giro, di lasciare l’euro non sono piaciuti alla troika? La risposta è essenzialmente nel fatto che prevedevano in varie forme aumenti di imposte alle grandi aziende e riducevano i tagli al già tanto falcidiato settore pensionistico e pubblico. Intanto Tsipras va avanti da solo e a testa alta. Se non pagherà il debito che la Grecia ha con il Fondo monetario –il che non equivarrebbe al fallimento, ma si tratterebbe di poi dover fare i conti semplicemente con obbligazioni scadute- Tsipras ha comunque confermato la volontà di sostenere le 300 mila famiglie povere del paese, ridotte alla fame, senza luce e senza gas, con un piano da 200 mln di euro. Intanto il capo dei negoziatori greci Euclid Tsakolotos e il vicepremier Yanis Dragasakis hanno parlato con il presidente della Bce Mario Draghi. Ma da Francoforte non è arrivata ancora nessuna dichiarazione ufficiale.

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