La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

La possibile liaison greca per dire basta al rigore della Troika

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Per un punto Martin perse la cappa, si dice in Italia dal XVI secolo, riferendosi ad un abate di un monastero toscano che fu destituito per un errore di punteggiatura. Nel caso di Alexis Tsipras, vincitore col suo Syriza delle elezioni greche, con il 36,3% dei voti, sono quei due seggi che lo inchiodano, a quota 149 deputati, a essere la pietruzza che inceppa il raggiungimento della maggioranza assoluta di 151 posti in Parlamento. Il che fa davvero la differenza: quei due seggi gli impediscono di governare da solo e gli impongono di cercarsi degli alleati. Preferibilmente ininfluenti, giusto dei portatori d’acqua. Ed è qui che i più accreditati osservatori politici greci indicano il piccolo partito dei Greci indipendenti, (AN.EL), populisti di destra ed euroscettici guidati da Panos Kammenos, deputato di lungo corso (è in parlamento da 22 anni), come il più probabile alleato di Tsipras. Una liaison dangereuse, dove gli opposti si uniscono in nome di una comune avversione contro il rigore economico imposto dalla cosiddetta Troika.

La possibile liaison greca

Panos Kammenos

Panos Kammenos

Cos’ hanno in comune le due formazioni politiche? Il nulla totale e questo dovrebbe suggerire maggiore prudenza a Tsipras, forse obnubilato dall’euforia della vittoria ma anche compulsato dall’esigenza di trovare alleati. La concorrenza ideologica a sinistra potrebbe stargli stretta e allora ecco che rivolge il suo sguardo altrove, persino nella direzione più sorprendente, tentando una convergenza parallela con la formazione politica ai suoi antipodi, nata nel 2012 proprio dalla ribellione dell’economista Kammenos a Nuova Democrazia di Antonis Samaras, il Partito in cui militava: proprio colui che Tsipras ha battuto in questa tornata elettorale e che, nelle preferenze, è stato sorpassato dalla marcia trionfale di Syriza, raggiungendo il 26,7%, con 76 seggi – poco meno della metà di quelli dei vincitori -.

La delicata scelta di Tsipras

La scelta del giovane leader della sinistra radicale, però, sulla scorta delle esperienze italiane di un recente passato, potrebbe essere l’aspide nel cestino di fragole; la quinta colonna in una situazione che rimane critica, se Tsipras non enuncia i provvedimenti concreti che intende intraprendere per agganciare la crescita e fare fronte ai debiti greci nei confronti dell’Europa. Persino nella nostra ‘povertà’, noi italiani siamo creditori della Grecia per un ammontare di 40 miliardi di euro, non una cifra indifferente rispetto alle nostre sofferenze finanziarie. Che contraccolpo avrebbe sui nostri conti, tenuti su con gli spilli, l’improvvisa inesigibilità di queste cambiali insolute o lo slittamento del pagamento a babbo morto? Sono tutte risposte, queste, che nei prossimi giorni si concretizzeranno in un preciso programma, una volta che sarà passata l’ebbrezza di vittoria.

Poi, torneranno a parlare i numeri, i conti per cui due più due deve per forza di cose fare quattro. Non sia mai che Tsipras, allorché richiama le sue analogie ‘cambiaverso’ con Matteo Renzi, non mutui da lui anche la propensione agli annunci ad effetto. Ci si augura che, d’altronde, ponderi bene i costi politici di una alleanza con AN.EL, comunque nata da una costola di Nuova Democrazia. La Brigata Calimera, di 300 esponenti della sinistra italiana, trasferitasi armi e bagagli ad Atene per seguire l’ultimo scorcio vittorioso della campagna elettorale di Tsipras, potrebbe non comprendere queste scelte di realpolitik, viste le perenni fratture litigiose che vivono persino proclamandosi tutti assertori della sinistra.

Il futuro della Grecia

Mentre ci sono in molti (in Grecia ma non solo) che stanno appostati defilati, come avvoltoi (in primis, gli altri destrorsi di Alba Dorata) ad attendere il suo primo passo falso. Sarebbe deleterio che questo fosse proprio generato da un’alleanza frettolosa, guidata dall’esigenza di assicurarsi la maggioranza parlamentare. E’ sul programma che condividerà con ‘soci’ di Governo, così diversi da lui, che per Tsipras potrebbero sorgere le prime tempeste in Paradiso. Quando si è aghi della bilancia si ha l’imbarazzante tendenza a far pagare caro ogni ‘sì’. Medita, Alexis, medita…: anche sulla scorta dei segnali che hanno già cominciato a mandare i mercati e che non si possono ignorare: alla Borsa di Tokyo l’euro ha già fatto uno scivolone, sempre più indirizzato verso la parità col dollaro. Un bel guaio, persino per la Grecia.

Annamaria Barbato Ricci

L'Autore

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