"Tutto è fatto per il futuro, andate avanti con coraggio".

Pietro Barilla

La preghierina del papà

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festa-del-papà-01Tutto cambia, sempre. Le cose si evolvono, gli orizzonti ormai quasi raggiunti si allontanano, di nuovo, proprio ora che li sfioravi con un dito. Sono un poeta metropolitano, lo so. Anzi, un poeta domestico. O meglio: è sabato pomeriggio, ho sonno e invece di dormire, ho appena acciaccato un pezzo di lego con il tallone.

Questa cosa della crescita è bella fino a un certo punto. Quando ti nasce un figlio pensi spesso a come sarà da grande, a chi somiglierà, alle cose che farete insieme. Ma crescere (e questo se sei un neo papà non lo metti a fuoco subito) vuol dire anche mettere i denti, quindi non dormire. Vuol dire imparare a parlare, quindi a chiedere. Ma soprattutto, significa che presto tua moglie ne vorrà fare un altro, quindi resistere!

Con il senno di poi posso affermare con certezza che l’era della “bambolina” immobile aveva un suo laido perché. I temi erano solo due: mangia/non mangia – dorme/non dorme. Sembrava l’inferno ed invece era il paradiso. Era meglio quando si stava peggio? Si perché oggi questi due grandi punti interrogativi non sono stati affatto superati, ma si sono semplicemente, ulteriormente complicati. Moltiplicati. Mangia/non mangia/cosa mangia/la vizi/no cioccolata/ti chiede/dici no/sbagli – dici si/sbagli-dorme/non dorme/non la devi addormentare/la devi addormentare/ chiedi/esegui/ sbagli. Una serie infinita di difficoltà a cui il cervello maschile non può essere abituato, a cui è innaturale che dia risposta. In fondo, tua moglie sono anni che ti cerca di addestrare a dire solo “si” ad ogni sua richiesta… ma se per caso riproduci lo stesso schema con la pupa sei solo un folle viziatore.

Rifletto su questo dilemma che avrebbe fatto impallidire Shakespeare in persona in questo sabato pomeriggio in cui lei non dorme. Non ne vuole sentir parlare. Sono due giorni che fa così ma fino a ieri, quando me lo sentivo raccontare solo per telefono, non lo consideravo ancora come un mio problema. Oggi si. Una tragedia. Perché il pisolino per me è un momento sacro, è un irrinunciabile punto di riferimento attorno al quale costruire a misura tutto il week end, tutta la mia vita di genitore e marito. Fatemi stare sveglio di notte, cambiare pannolini quando fuori impazza l’influenza intestinale, preparare pappine con omogeneizzato di pesce ma giù le mani dalla siesta pomeridiana. Patti chiari, amicizia lunga bambina. Se non vuoi dormire tu, fai pure piccolina, ma impara a memoria questa preghierina: “Gioca pure ma fai piano… Papà ronfa sul divano!!”.

Arturo Piantala

L'Autore

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