Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Laura Terranova, tra Istituzioni, Arte e Cerimoniale

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In casa ha respirato aria di Diritto, Laura Terranova, e probabilmente da ciò ha metabolizzato la sua innata capacità di sistematizzare e ottimizzare le iniziative che cura.
Laura è riuscita, infatti, a coniugare il proprio lavoro in Bnl con l’interesse che ha nutrito da sempre per le materie giuridiche, in particolare per i rapporti istituzionali, l’amore per l’arte e per l’organizzazione di eventi.
Per molti anni ha lavorato, infatti, per valorizzare la collezione della Banca, un patrimonio notevole di opere che l’Istituto di Credito è stato fra i primi del panorama bancario a considerare un fiore all’occhiello. Insomma, la quadratura del cerchio.

Quale strada volevi intraprendere da giovanissima?

Ho avuto una esperienza scolastica molto positiva: ho frequentato il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II° di Roma e la mia è stata la prima sezione mista, sperimentale, nella scuola media dell’Istituto. E’ molto importante, sin da giovanissimi, imparare a rapportarsi con tutti, senza paratie culturali o di genere.  Mi sono, poi, iscritta alla Facoltà di Giurisprudenza alla Sapienza di Roma, una disciplina che mi era familiare: mio padre era in Avvocatura dello Stato, arrivando fino al grado di vice Avvocato Generale e contemporaneamente, proprio per la sua specifica preparazione, è stato Capo dell’Ufficio Legislativo della Camera dei Deputati. Lasciata l’Avvocatura è stato direttore Centrale della Direzione generale e legale dell’Iri, per poi dedicarsi all’attività forense. Ho avuto, dunque, un grande esempio in casa, così come lo hanno avuto le mie due sorelle, Liliana oggi anche lei in pensione, che è stata dirigente della Sogei con l’incarico di tenere i rapporti con la Comunità europea e Antonella, avvocato, la quale ha scelto la libera professione ed è responsabile della sede romana di un famoso studio milanese di diritto internazionale e amministrativo, con sedi anche a Mosca e a Bruxelles. Mi iscrissi a Giurisprudenza ma, sin da subito, sapevo di non essere interessata alla libera professione. Mi attraeva di più la carriera in Magistratura. Invece…

bnl@2x

Cosa accadde?

Nell’aprile del 1976 mi laureai con i professori Giorgio Oppo e Pietro Masi, luminari del Diritto Commerciale. Sulla carriera in Magistratura ci avevo ripensato: era il periodo in cui le Brigate Rosse avevano preso di mira i magistrati e si rischiava la vita. In ottobre, fui assunta in Bnl, all’epoca Banca di Diritto Pubblico – erano ancora in vita le Partecipazioni Statali e l’Istituto divenne Spa solo nel 1990 – dove gli ottimi voti universitari mi fecero destinare all’Ufficio Rapporti con il Parlamento quale ‘ufficiale di collegamento’ tra la Banca e le Assemblee legislative, nonché le Istituzioni pubbliche e private di maggior rilievo.  Il mio era un supporto funzionale alla Banca, onde individuare tempestivamente le evoluzioni normative in fieri. Per far conoscere agli uffici in tempo reale tutte le normative, in vigore ed in itinere, creai Infolex, una banca dati intranet completa, che conteneva i provvedimenti normativi e regolamentari più importanti per la Banca, dalla bozza fino alla definitiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Lavorai in Banca fino al ’90, poi cambiai, pur rimanendo nell’ alveo del mio imprinting giuridico e di relazioni istituzionali.

Come cambiò la tua vita?

Ho vissuto sette anni l’esperienza dall’altra parte della barricata, ovvero nella parte ‘formativa’ delle leggi, andando a lavorare, con un distacco, presso Ministeri senza portafoglio, dunque ricadenti nella galassia della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ho lavorato in quell’ambito complessivamente per quattro Governi. Esordii nel VII Governo Andreotti, nella segreteria particolare del Ministro per i Rapporti col Parlamento Egidio Sterpa, proseguendo col Governo Ciampi, Segretario particolare del Ministro per le Politiche Comunitarie e gli Affari Regionali, il grande Costituzionalista Livio Paladin; successivamente, nel Berlusconi I, ho svolto l’identico ruolo per il Ministro per le Riforme Istituzionali, Francesco Speroni. Infine, col Governo Dini, ho ricoperto la medesima carica per il Ministro per le Riforme Istituzionali, Giovanni Motzo.
Finita quell’esperienza, sono rientrata in Banca, riprendendo il mio lavoro nel settore delle Relazioni Istituzionali.

Ma io ti ho conosciuta in un’altra veste, presso l’Ufficio Relazioni Esterne, oltre che Istituzionali.

Nel 2000, infatti, alle competenze fin lì ricoperte, si era aggiunta la responsabilità del Patrimonio artistico e dell’Archivio storico dell’Istituto, particolarmente ricco: la Banca era stata fondata nel 1913, come Istituto Nazionale di Credito per la Cooperazione, su impulso di Luigi Luzzatti, già Presidente del Consiglio dei Ministri, nonché iniziatore della Banca Popolare di Milano.  L’intento perseguito allora era quello di consentire alle organizzazioni dei lavoratori, come le cooperative, di accedere ad un credito con pari agevolazioni rispetto alle imprese, propiziando così l’evoluzione dell’economia italiana da rurale a industriale. Dunque, la Banca possiede un patrimonio archivistico interessantissimo di documenti, conservato a Pratica di Mare e ormai centenario, che dà una visione inedita di storie e vicende dell’economia italiana.  Dal 1994 il Ministero per i Beni Culturali le ha concesso il vincolo archivistico, riconoscendone l’importantissima funzione di tassello del sistema archivistico nazionale.  Da esso ha attinto il famoso storico Valerio Castronovo per scrivere due libri focalizzati sulla storia della Banca: il primo nel 2003, in occasione del novantesimo ‘compleanno’ di BNL: “Storia di una banca”, edito da Einaudi e il secondo, scritto per il centenario di due anni fa, “La Banca Nazionale del Lavoro nell’economia italiana, 1913 – 2013” (Laterza).

Oltre al patrimonio archivistico, però, Bnl ha un tesoro in opere d’arte…

Assai prezioso è, infatti, il suo patrimonio artistico, di cui ho avuto la responsabilità: esso conta oltre 5mila opere, disseminate non solo nella sede centrale di via Veneto ma anche nelle numerose Filiali su tutto il territorio nazionale. Una vera e propria musealità diffusa, costituita negli anni attraverso acquisti, commissioni ad artisti e recupero crediti.

Un lavoro molto interessante. Di grande responsabilità. Ce ne puoi parlare un po’ di più?

Si trattava di valorizzare (e non solo) le ‘nostre’ opere d’arte attraverso iniziative espositive, sia museali, nazionali e internazionali, sia promosse dalla Banca stessa.
Il nostro Corot intitolato ‘Cascata delle Marmore’ è stato esposto in varie mostre in Italia, Germania e Spagna, così come la ‘Giuditta con la testa di Oloferne’ di Lorenzo Lotto, ad esempio, è stato uno delle gemme della Mostra svoltasi un paio di anni fa, nella Reggia piemontese di Venaria Reale e alle Scuderie del Quirinale a Roma. Ho anche avuto la supervisione per la Banca del restauro delle nostre opere d’arte, avendo creato in house una “stanza del restauro” che ci consentiva, grazie all’apporto di esperti restauratori individuati di concerto col Ministero dei Beni Culturali, di ottenere un duplice vantaggio: economico, in quanto venivano azzerati i costi di responsabilità assicurativa e di trasporto; di salvaguardia delle opere, in quanto si potevano monitorare day by day le diverse fasi del restauro fino al suo completamento.

Esiste un catalogo delle opere d’arte di proprietà della Bnl?

Certamente. S’intitola ‘La Collezione Bnl’ e lo hanno realizzato, su mandato della Banca, il professor Enzo Bilardello e la dottoressa Fedora Franzè, con il supporto del mio Ufficio, e contiene l’illustrazione e le schede delle duemila opere più significative. E’ stato molto importante che tutte le opere siano state ri-fotografate professionalmente, per ottenere un colpo d’occhio omogeneo e di qualità ottimale. Sarà presto trasferito anche on line.

Dunque la Bnl è una Banca molto attiva sotto il profilo culturale!

Abbiamo lavorato molto perché ciò avvenisse e la nostra strategia d’azione rispecchiasse nel concreto ciò che, per noi, non era soltanto un enfatico slogan pubblicitario, bensì una regola etica: “La Banca per un mondo che cambia”. Abbiamo aderito da 13 anni a questa parte all’iniziativa promossa dall’Abi, intitolata “Invito a Palazzo”, che consente al pubblico di visitare le sedi delle Banche e i tesori d’arte che esse contengono, essendo la Banca inserita nel Gruppo di lavoro che cura le Relazioni Culturali della stessa Abi.

Con un’attività così densa e importante, il traguardo della pensione, per te, è stato semplicemente il passaggio ad un altro agone…

accademia del cerimonialeHo patrimonializzato nel corso di quasi 40 anni di attività, numerose esperienze e, dunque, andavano semplicemente ri-orientate.  E’ così che sono entrata a far parte dell’Accademia del Cerimoniale, una materia, quest’ultima, che ho praticato a lungo per la Banca, in occasione di importanti eventi. Il Cerimoniale è un segmento della nostra vita di relazione che non appartiene al passato o a realtà istituzionali lontane da tutti i giorni.
Anzi, mai come oggi è utile, specie in relazione alla globalizzazione dei rapporti interpersonali e interaziendali. A volte, fruttuosi affari sono saltati perché un capoazienda, all’estero, ha commesso, involontariamente, uno ‘sgarbo’ ad un suo interlocutore omologo, rispetto a regole che non conosceva, perché specifiche di quel particolare Paese.  Dunque, l’Accademia  si rivolge a tutti coloro che vogliono imparare a dialogare e a comportarsi in maniera politically correct col mondo.  Un mondo sempre in evoluzione e trovo che sia per me molto interessante ed entusiasmante iniziare questa nuova ‘impresa’.

Annamaria Barbato Ricci

L'Autore

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