Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

Libro – lettera – libro

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libro La Miccolis dice sempre che girare in bicicletta fa conoscere il mondo. E non solo materialmente, scoprendo i tanti gioielli artistici che ricoprono le vie della città eterna, quelle non attraversate da metro e bus, ma anche spiritualmente, perché gli incontri che si fanno aiutano a capire la società in cui ti trovi, a immedesimarti nelle persone, nei loro guai o nella loro gioia. Le ruote della bicicletta possono imbattersi in qualcosa per la strada, come buche, sassi, sanpietrini, sportelli aperti di macchine, motorini impazziti e pedoni che non guardano, ma anche in altro di più interessante, quasi culturale o intellettuale. Possono fermarsi d’impatto e fulmineamente davanti ad un libro e la Miccolis fa a tempo a non calpestarlo e a scendere per raccoglierlo; in realtà ce ne sono tanti a terra, ma lei prende proprio quello che le sembra più vecchio, più usato, con pagine giallognole e copertina quasi distrutta, intitolato “La signora con i garofani” di A. J. Cronin. Lo apre e all’interno una dedica d’amore del Natale 1944 e l’augurio di un bel bambinello. Come fai a non conservarlo, a rilegarlo e a tenerlo con te? E non ce l’ha fatta a non raccontare questa storia ed ecco cosa è nato per chi lo volesse leggere (Il libro ritrovato o Racconto di Natale).

libroPoi Miccolis ha ragione di dire che a Roma la sua amata bicicletta è la sua migliore amica; lei le parla spesso, lungo il tragitto le racconta quello che le accade; sente pure le sue grida contro chi non rispetta il codice della strada, e poi cade insieme a lei e rischia ugualmente di rompersi, e infine ascolta i pareri e commenti dei film aspettandola fuori dal cinema. Sarebbe bello se anche la bicicletta potesse parlarle, perché di segreti ne custodisce e tanti; potrebbe svelarle, per esempio, chi è stato a mettere un giorno, nel suo cestello, una bella lettera. La storia ha il magico sapore di quel magnifico film “Lettera da una conosciuta” di Max Ophüls. Miccolis tutta emozionata prende la lettera, si guarda attorno, poi la apre con palpitazioni sperando che sia una dichiarazione d’amore. Inizia a leggere: “Cara Maria”… Ma come? Si è pure sbagliato cestello?, non è Maria il suo nome! Ma la curiosità la spinge a leggere ancora e si rende conto che il linguaggio è troppo forbito, che è lunga ben quattro pagine e che nessuno al giorno d’oggi è più in grado di scrivere così tanto e bene per esternare e dichiarare il suo amore. L’occhio le cade allora sulla data, 1957. Perbacco che storia incredibile e assurda, ma come poteva essere finita una lettera d’amore del 1957 nel suo cestello? Ne è nato un altro bel racconto, per chi lo volesse leggere (La lettera di Stefania Miccolis).

Ed ecco che, pochi giorni fa, scendendo di casa, il cestello della bicicletta conteneva un libro. Un libro in inglese, un best seller del New York Times “Entombed” di Linda Fairstein. Questo,libro purtroppo, sapendo poco l’inglese, lo può leggere a malapena, ma comunque il titolo non promette bene, si parla di un assassinio, è un giallo. Miccolis è perplessa, lei valuta questi ritrovamenti come dei segnali e li prende in considerazione sul serio forse perché influenzata dal suo beniamino Fellini anche lui facile preda esoterica, forse perché le ricordano il film di Éric Rohmer “Il raggio verde”, in cui la protagonista raccoglie da terra carte da gioco traendone significati. Comunque considerando che, dopo il libro con la dedica dolcissima e la lettera d’amore, quello che le è capitato è stato bellissimo, ma è finito piuttosto male, ora pensa che da questo libro dal sapore angosciante potrebbe invece nascere una storia brutta all’inizio, ma con un finale lieto… Un risultato al contrario, non male come speranza.

Stefania Miccolis

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