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Gianni Rodari

Di fronte alle ferie non c’è mamma che tenga

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mammaL’argomento che più di tutti unisce i colleghi di ufficio contro qualsiasi neo mamma si può riassumere in una parola di cinque lettere: ferie. Superato l’inverno e con la bella stagione alle porte proprio quelli che fino ad un attimo prima si commuovevano a ciascuna foto del tuo piccolino  – instancabili spettatori di aneddoti e sempre prodighi di preziosi consigli (tipo: lo iodio fa bene) – cominciano a prendere via via le distanze e a scurirsi nel volto. Lì per lì non capisci. Fino a che un bel giorno qualcuno tira fuori il problema: le vacanze devono essere uguali per tutti.

Lo spartiacque più o meno è Aprile inoltrato. La lunga tregua che va da dopo Natale fino al primo ponte di maggio termina infatti con l’arrivo della bella stagione. E poiché i tempi sono oramai maturi e l’ondata di caldo più violenta del solito anch’io mi aspetto che nell’ufficio in cui vivo scoppi da un momento all’altro la bomba. Le più agguerrite sono quasi sempre le donne. “Per il turno delle ferie d’ora in poi si estrae a sorte”, scriveva tempo fa Elvira Serra sul blog de “La Ventisettesima ora”. Il pezzo si intitolava “Il tempo di noi single non vale meno di quello di voi mamme”. Più o meno le stesse parole che mi sono sentita dire a pochi giorni dal parto, quando dopo ore di attesa dal medico aspettavo trepidante il mio turno. “Devo correre a casa per allattare, a qualcuno dispiace cedermi il posto?”. Mi si strinse il cuore: tutte le signore presenti si unirono con inaudita ferocia al coro del no. Accade a Napoli come a Milano.

La vita non è più facile per le donne in attesa. In ospedale, in coda alla cassa del supermercato, per il biglietto del cinema, così come in autobus e persino alla fila del bagno all’Ikea (e col pancione si sa la pipì scappa più frequentemente del solito). Nessuno nemmeno che ti aiuti a mettere giù le valigie dal treno. Abbassano gli occhi, fanno finta di non aver visto, neppure hanno il coraggio di incrociare il tuo sguardo. Non è un caso isolato. Chi parla lo fa solo per dire: aspettate un bambino, mica siete malate. Che strano. Per una donna che sta per mettere a disposizione prima il suo corpo, poi il suo tempo e infine il suo spazio esteriore e interiore non c’è quasi più nessuno propenso a regalare un minuto della propria giornata. Manca ancora qualche giorno alla Festa di tutte le Mamme. Pensateci, ovunque voi siate. Potrebbe essere l’occasione per rendere più bella la giornata di qualche donna che non se lo aspetta.

Post Scriptum. A tutti i colleghi di ufficio: siate sereni. La data varia di anno in anno ma per tradizione il giorno stabilito per festeggiare le mamme cade sempre di domenica. In attesa del piano ferie, dunque: buon 10 Maggio a tutti.

Fiorella Corrado

L'Autore

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