Il guaio del nostro tempo è che il futuro non è più quello di una volta.

Paul Valéry

Media Initiative, un anno di attività per la libertà di stampa

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Libertà di stampa, non proprio un’eccellenza italiana. Ha contribuito a riaprire il tema, durante un anno di febbrili attività, la raccolta delle firme certificate “Media Initiative”, che si è conclusa in questi giorni con un buon successo, a conti fatti: oltre duecentomila cittadini hanno preso parte alla più grande mobilitazione mediatica transnazionale che ha interessato per la prima volta tutta l’Europa.

HomepageMediaInitiativeLa campagna, coordinata in Europa dalle associazioni Alternative Europee e Alliance International de Journalistes, ha raccolto per l’esattezza 204.812 firme in tutti gli stati membri dell’Unione Europea. In Bulgaria, paese-simbolo del deterioramento della libertà di stampa, su cui la campagna ha concentrato l’impegno, la raccolta delle firme certificate “Media Initiative” ha superato il quorum fissato dalla Commissione Europea.

La richiesta — perché ogni Iniziativa dei Cittadini Europei, secondo il Trattato di Lisbona, raccoglie firme per finalizzare una istanza — era quella di adottare con urgenza, da parte del legislatore europeo, misure di sostegno ad un effettivo pluralismo dei media, per l’indipendenza degli organismi di valutazione e per l’adozione di una normativa europea unica sull’antitrust e i conflitti di interesse in campo editoriale.

La raccolta delle firme certificate era iniziata a fine agosto 2013 — primo firmatario Martin Schulz — e si è conclusa, come prevede il regolamento, un anno dopo, attestando il successo dell’Iniziativa dei Cittadini Europei con molte decine di migliaia di firme soprattutto in Italia, in Germania, in Uk, in Bulgaria e in Ungheria. L’Italia è il Paese che ne ha raccolte di più in cifra assoluta, superando le 25.000; secondo lo Special Rapporteur delle Nazioni Unite per la libertà di Stampa, il nostro è tra i Paesi europei che proviene dalla situazione più imbarazzante e in cui sono più numerosi i fattori critici verso la libertà dei giornalisti — siamo intorno al sessantesimo posto nella classifica mondiale della libertà stando alla lista stilata da Reporter Sans Frontières — ma è anche quello con il maggior potenziale di recupero.

Il coordinamento italiano di Media Initiative era affidato all’Arci, guidato da Carlo Testini e animato da Vincenzo Vita, ha visto partecipare alla raccolta firme la Slc-Cgil, Articolo 21, L’Unità, la Repubblica e i giovani dell’associazione DaSud, attivi con Lirio Abbate sul fronte dei cronisti antimafia. La chiusura de L’Unità, al termine della raccolta delle firme certificate di Media Initiative, ha impresso un ultimo slancio alla campagna e portato numerosi esponenti politici e importanti firme del giornalismo a sostenerla. Tra questi, Stefano Rodotà si è prestato a fare da testimonial per l’iniziativa, producendo un video appello a firmare.

“Dall’agosto 2013 ad oggi la situazione della libertà di stampa in molti Paesi dell’Unione Europea è peggiorata in modo drammatico”, dichiara Giovanni Melogli, portavoce di Alliance International de Journalistes. Che aggiunge: “Una lunga crisi economica, la seduzione di regimi politici semi autoritari, spacciati come soluzioni efficaci per il recupero di salvaguardie nazionali, ecosistemi mediatici travolti dalla rete e incapaci di ritrovare modelli sostenibili e una drammatica precarizzazione della professione giornalistica, con evidenti risvolti qualità dell’informazione, sono solo alcuni degli elementi di una deriva di cui non si vede la fine. Su questi punti intendevamo richiamare l’attenzione dei cittadini, delle istituzioni nazionali ed europee e dei media stessi, attraverso una campagna di sensibilizzazione che ha coinvolto contemporaneamente migliaia di persone in tutta Europa”.

“Abbiamo dato vita ad una bella battaglia”, dichiara Lorenzo Marsili, portavoce di Alternative Europee. “Abbiamo sottolineato un tema che qualcuno voleva derubricare dall’agenda politica, portato in piazza tanti giovani in tutta Europa e creato continue campagne di sensibilizzazione sul web. Siamo soddisfatti del nostro lavoro”. Ed aggiunge: “La nostra Iniziativa dei Cittadini Europei per il Pluralismo dei Media aveva l’obiettivo di amplificare le mille richieste di aiuto che giungono da tutta Europa, e di farle udire alle istituzioni di Bruxelles, perché l’UE non sfugga più alle proprie responsabilità e non lasci soli i suoi cittadini. Grazie anche alle azioni da noi realizzate, registriamo dei segnali d’apertura da parte della Commissione Europea, benché non vi sia ancora nulla di concreto. Da oggi riprendiamo dunque il nostro impegno per non permettere l’erosione di uno dei pilastri della democrazia Europea, la libertà di espressione e di informazione, senza il quale l’intero sogno europeo crollerebbe”.

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