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molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Meri Pop: la marcia trionfale del pronto soccorso emotivo via blog

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meri popNon è un programma radiofonico perchè il titolo di quello condotto su Radio1 dalla bravissima collega Maria Teresa Lamberti (la candido ad una prossima intervista) si scrive Mary pop ed è nato qualche anno dopo. Vi assicuro, però, che Meri Pop, blogger seguitissima, esiste ed è in carne e ossa. E’ la second life, forse quella più vera, di una giornalista che ha saputo crearsi un ruolo parallelo ai proprio impegni istituzionali, come acuta osservatrice di costumi e di sentimenti. Utilizzatrici finali e donatrici di spunti del blog “Supercalifragili” (dove fragili e fondamentali) sono state, inizialmente, una cerchia ristretta di amiche ed estimatrici. Il passaparola ha condotto alla corte di Meri Pop anche dei maschietti, molti in funzione di osservatori permanenti (per studiare le mosse del nemico?), fino a creare un folto pubblico di affezionati followers. Poichè desidero studiare quello che è ormai diventato un vero fenomeno mediatico-sentimentale, farò un’eccezione alla regola della mia rubrica, dedicata a persone fotografabili, intervistando un avatar. D’altronde, per noi giornalisti, è norma professionale non rivelare le fonti.

Meri Pop, come nasci?

Come giornalista sono svariati anni che svolazzo nei cieli non del londinese Viale dei Ciliegi, ma della Città Eterna, in compagnia di storni e gabbiani un po’ incontinenti. Come Pse (Pronto Soccorso Emotivo), invece, la Meri Pop che conoscete, e il suo blog dei cuori infranti, lungi dall’essere quello di un’esponente del Partito Socialista Europeo, nasce dalle ceneri di un matrimonio. Un’unione che, pur come tante in cui si investe cuore e anima, era naufragata e la sottoscritta aveva bisogno di trovare una via di rinascita interiore. Ciò avveniva attraverso un blog ad hoc che le ha inizialmente consentito di esternare dubbi e riflessioni, usando, però, il catalizzatore dell’ironia, per evitare piagnistei.

Quale è stato il guizzo ispiratore?

Cinque anni fa. Il marito di una mia amica giornalista, l’amica del cuore, una sera che, come di consueto da qualche tempo, ci trovò davanti a un prosecchino, mentre la moglie mi consolava, cercando di sdrammatizzare le mie riflessioni sui postumi del “cosiddétto” amore (ognuno di noi ne ha una proprio versione personalizzata) si offrì di socializzare l’aperitivo trasformandolo in un blog rivolto ai 25 lettori di manzoniana memoria. Lui è un esperto del ramo web, un ottimo programmatore e perciò mi impostò la cornice tecnica. I contenuti spettarono a me che vi trasferii le mie tante riflessioni fra il serio e il faceto.

Allora ti conoscevamo con un altro nome, quello che usi nei combattimenti quotidiani, nella trincea istituzionale. Come diventasti Meri Pop?

Scegliendo il nome del blog e trasformando la formula magica tipica di Mary Poppins in un gioco di parole motivazionale. Quella sera, il prosecchino si rivelò una pozione magica! “Supercalifragili” infatti, può scomporsi in due modi: Super-cali-fragili, quale pars destruens, che, in un’accezione positiva si trasforma in Su-per-cali-fragili (pars contruens). A quel punto, la tenutaria del blog non poteva chiamarsi che Meri Pop, un affettuoso nomignolo italianizzato rispetto all’algida albionica Mary Poppins.

Quando esordì?

I primi post furono simulazioni di dialoghi con Simon, il mio web master pigmalione. Per tastare la reazione del pubblico finsi la messa on line di “prove tecniche di trasmissione” all’uso interno.
Il vero punto di svolta avvenne un mese dopo, con lo sbarco su Facebook che ha allargato al blog i cieli della condivisione.

Quale è stato il post che ha riscosso il maggiore successo?

Ha avuto più di mille condivisioni il post che ho scritto a Capodanno, quando, con il professor Pi, il deuteragonista del blog, colui che ha consentito a Meri Pop di ritrovare la fiducia nei sentimenti,meri pop ci siamo recati nei posti della sua infanzia. Voglio sottolineare che la nascita di una nuova relazione sentimentale, dopo il naufragio del mio matrimonio, che aveva costituito la molla per la nascita del blog, rappresenta un grande esempio di speranza nel futuro per incoraggiare i miei ormai più di 25 lettori. Quella con professor Pi a Capodanno è stato un viaggio della memoria e il post che ne è scaturito si intitolava “Piantatelo”. Un titolo solo in apparenza negativo. Diversamente da quel che ci si aspetterebbe in un blog per cuori infranti, infatti, non si riferiva alla defenestrazione del fedifrago di turno – e si che, nel corso di questi cinque anni, ne ho incontrati di Mr Meschini negli sfoghi delle mie “utentesse”- ma parlava di un albero, quello che il professor Pi, bambino di dieci anni, aveva piantato insieme allo zio nel giardino di Merano. Quale simbolo di proiezione nel tempo e nello spazio, lo abbiamo ritrovato oltre cinquanta anni dopo, ormai diventato un pino gigante.

Ti è mai capitato di imbatterti in una “utentessa” disperata per davvero, che sai di aver aiutato a uscire fuori da una situazione paludosa?

Si, più volte. La storia più emblematica è quella di una quarantenne del nord, una mia “amica di penna”, che non conosco personalmente e che mi scrisse del suo strano “fidanzamento” con un giornalista che spariva puntualmente ogni weekend, diventando persino irreperibile al cellulare. La mia risposta che, cioè, ormai con i cellulari sei raggiungibile ovunque tranne che nella mitica grotta di Bin Laden, funzionò per lei come detonatore di verità. Non ne seppi più nulla per mesi, finchè non mi riscrisse, raccontandomi di aver riflettuto sulla mia provocazione e di aver agito di conseguenza. Il “meschineddu” fu convocato in una cioccolateria e lì, davanti a due tazze fumanti, la mia “alunna” gli aveva posto solo una domanda: “Quanti figli hai?” – “Due ,Meri Pop, ne ha due!”. Tipico. La sua reazione è stata da manuale: freddamente, lei ha preso la ciotola della panna, inventando una nuova punizione per bugiardi matricolati. La ciotola è atterrata sulla testa di lui, come uno shampoo alla panna indimenticabile. Questa storia ha provocato una reazione a catena “glicemica” fra le “utentesse”, alcune delle quali hanno trovato in questo gesto catartico la forza di liberarsi di altri traditori seriali, meritevoli di bombardamenti alla panna.

Si cambia per essere sempre al passo col quotidiano. Cosa di nuovo ha in mente Meri Pop per la gioia di “utentesse” e affiliati?

Una tournée: ho già cominciato ad accettare gli inviti dei miei “fanclub” su Facebook disseminati sul territorio che vogliono conoscermi personalmente per “meripoppeggiare” dal vivo, nelle loro città. Ho già fatto alcuni entusiasmanti esperimenti: nelle Marche, a San Benedetto del Tronto; inoltre a San Canzian d’Isonzo e a Trieste. Altri ne sono fissati nella Meri Pop Agenda. Il loro invito non costituisce una visita apostolica della profetessa Meri Pop, bensì, per me, un vero regalo di edificazione emotiva. In questi cinque anni, il blog mi ha donato esperienze che non hanno prezzo.

Annamaria Barbato Ricci

L'Autore

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