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Gianni Rodari

Napoli, inizia il postdemagistris. Ecco i 12 candidati a succedergli

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Roberto Race, spin doctor tra i più noti, vero sherpa delle strategie elettorali e gran conoscitore di cose partenopee, vive tra Londra e Napoli. Nella sua città, dove ha anche diretto la comunicazione di Antonio Bassolino, dirige la comunicazione della Fondazione Massimo Valenzi, esempio di buona politicaRoberto Race+ che fu sindaco del capoluogo campano tra il 1975 e il 1983. E’ segretario generale di Competere.eu, e proprio di competizione ci parla. Offrendoci il suo bookmaking per le candidature a Sindaco di Napoli, adesso che la successione a Luigi De Magistris è ufficialmente aperta.“Sempre che De Magistris esca di scena”, precisa. “Perché non pensiate – precisa Race -che se ne andrà facilmente. De Magistris punta a non sparire. Potrebbe anche pensare di fare una sua lista, ormai ha un approccio berlusconiano in questa fase, vedrete che non è affatto pronto a tirare i remi in barca. Farà comunque una sua campagna elettorale. Ormai si dipinge come sindaco da marciapiede, tutto lascia presagire che di lui si parlerà ancora per un po’”.

Ed ecco la carrellata dei possibili candidati a futuro sindaco di Napoli, secondo le considerazioni che Roberto Race ha condiviso con noi.

Andrea Cozzolino, Pd. “E’ stato assessore regionale e due volte eurodeputato, votatissimo. Se ragionassimo con i vecchi parametri, vedi alla voce consenso, ha tanti, tanti voti. E unisce settori diversi della città, borghesia inclusa”.

Umberto Ranieri, Pd. “Se corre, ricorre. Ha già corso, e seppur meritando il plauso della critica, non ha avuto il premio del pubblico. E quindi ricorrerebbe per farsi del male”.

Antonio Bassolino, Pd. Tornerà in pista? “Se glielo chiedono, sicuramente. Basta che Matteo Renzi alzi la cornetta: se lo chiama, lui scende in pista. Non ci sono dubbi. C’è da dire che Bassolino poi non ha mai fatto barricate antirenziane, anzi, ha avuto parole di apprezzamento verso Renzi, nel Pd partenopeo è una figura unitaria. E poi ricordiamoci che si voterà in primavera, quasi certamente con un election day in cui si darà il voto al Sindaco di Napoli e al presidente della Regione Campania: difficile non sovrapporre le due figure”.

Luigi Di Majo, M5S. “E’ giovane, battagliero, il più movimentista, ha fatto molta strada in poco tempo ed è pronto per la sfida più grande della sua vita. Anche se a dirla tutta, non è proprio di Napoli-Napoli”.

Roberto Fico, M5S. “Idolo delle folle, riesce bene in piazza e in tv. Più istituzionale, sempre elegante, il Ridge dei Cinque Stelle con buona dimestichezza dei circoli napoletani che contano. In derby con Di Majo, e su di loro deciderà la rete. Non so dire chi sia, dei due, il Pizzarotti di Napoli”.

Nino Daniele, Arancione. “E’ stato tra i fondatori del Partito Democratico, ma oggi non è più iscritto. E’ una figura ponte tra Pd, Vendola, De Magistris, sul quale sospende il giudizio. Potrebbe essere un outsider con un buon riscontro elettorale, se si andasse alle primarie”.

Stefano Caldoro, Governatore. “Qualcuno ne parla, ma la sua candidatura non esiste, anche perché si ricandida a Presidente della Regione”.

Marcello Taglialatela, FdI. “E’ un pretendente che potrebbe ritagliarsi uno spazio. E’ ex assessore regionale all’urbanistica con ampio consenso sul territorio”.

Enzo Rivellini, “Mezzogiorno di Fuoco”. “Ex deputato non rieletto che ha grandi preferenze personali. La compagna è Bianca D’Angelo, assessore Regionale alle politiche sociali, altro importante traino di voti”.

Gianni Lettieri, industriale. “Continua a scalpitare e facilmente ha l’appoggio di Berlusconi, e sicuramente è il candidato di Gianni Letta. Ma non è più un outsider, come quando era alle prime armi con la politica, adesso è conosciuto anche per il lavoro fatto con l’Unione Industriali”.

Gennaro Migliore, indipendente di sinistra. “Lo lasciamo come dulcis in fundo: molti a Napoli pensano sia proprio lui ad accettare la candidatura, anche perché piace a tanti del Pd, a tanta sinistra, a molti grillini ma anche a pezzi di società napoletana diversi. Si è dissociato dall’area vendoliana proprio per rendersi più credibile; interloquisce sempre di più anche con la borghesia napoletana, ed è gradito perfino a Renzi. Sta giocando bene le sue carte”.

Francesca Pascale, Forza Italia. “Probabilmente se lei fosse candidata con un impegno personale da Silvio Berlusconi, funzionerebbe. E’ fresca, ha una notorietà crescente, è napoletana verace: può prendere verosimilmente un 15%”.

palazzo san giacomo napoli

Palazzo San Giacomo, sede del Comune di Napoli

Non abbiamo parlato di Mara Carfagna, Pina Picierno, Alessandra Mussolini… “E non per caso: non c’è niente da dire. Storie politiche diverse, nessuna ha un futuro a Palazzo San Giacomo”.

E un italiano che ha nel cuore Napoli, come il Presidente della Repubblica, come voterebbe? “Giorgio Napolitano sceglierebbe in maniera organicistica, darebbe il suo voto al candidato del partito. Di sicuro non sarebbe un fan delle primarie, perché non ama le finzioni. E a Napoli le primarie sono fiction”.

E comunque andrà, decideranno i napoletani, con una indicazione interessante per tutto il Paese. “Saranno intriganti, gli esiti della campagna elettorale su Napoli”, conclude Roberto Race. Il comunicatore strategico punta ad un’analisi  complessiva: “Il prodotto De Magistris altro non era che un’anticipazione del grillismo: il castigamatti, il corpo estraneo alla politica, e quasi suo avversario. Adesso bisogna vedere se la Napoli-laboratorio, con i suoi bisogni e le sue dinamiche, continuerà a fare da apripista per le future scelte della politica”.

 

Aldo Torchiaro

L'Autore

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