Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

L’ occupazione va male anche perchè c’è troppa finanza nella nostra economia

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occupazioneIl rapporto Ocse 2014 sull’occupazione giovanile pubblicato il 27 maggio  ci classifica come il penultimo Paese a livello Europeo, davanti soltanto alla Grecia, per numero di occupati dei giovani di età tra i 15 e i 29 anni, con una media del 50%, circa uno su due, a confronto di una media Europea del 70%. Non va molto meglio per la fascia di età che va dai 30 ai 54 anni che  ha il 70,98% di occupati nel 2013 e che ad oggi conta una disoccupazione ancora maggiore. Il capitale umano dovrebbe essere una ricchezza  per una Nazione e non trasformarsi in un onere per l’economia e per la comunità. Un numero così elevato di inoccupati, avverte l’Ocse, crea oltre ad un problema di carattere sociale anche un problema di carattere finanziario ed un clima di instabilità.

Un’economia di mercato competitiva dovrebbe offrire alternative socialmente auspicabili, invenzioni e tecnologia, produzione di beni e servizi, ma purtroppo la finanza domina e fa da padrona. Il settore finanziario dirotta i soldi di un gran numero di persone verso un numero ridotto di persone più ricche, perché solo quelli che possono contare su grossi profitti e grandi rendite hanno i mezzi per permettersi operazioni di lobbying, con il risultato che solo l’alta finanza può campare di rendita, cioè, le banche più potenti  vivono creando miliardi di utili  e  le più piccole sopravvivono, ma molto spesso ricorrendo ad abusi pericolosi.

Il buon esempio ha una forma del tutto personale

È proprio di pochi giorni fa la notizia che cinque delle più grandi banche del mondo si sono dichiarate colpevoli per aver  manipolato il mercato dei cambi delle valute (Forex), quello cioè dove si scambiano le valute dei diversi Paesi, per esempio euro-dollaro, dollaro-yen, sterlina inglese-dollaro, e dove a seconda della richiesta di una valuta rispetto ad un’altra cambia il costo della valuta stessa, cosa che ha ripercussioni importanti soprattutto per le aziende che esportano ed importano beni. Queste banche, la Citigroup, JP Morgan, Chase, Barclays e Royal Bank of Scotland si mettevano d’accordo per comprare o meno in un certo momento questa o quella valuta, tutelandosi a vicenda e di fatto tenendo sotto controllo domanda e offerta di una certa valuta, di fatto eliminando la concorrenza nel mercato dei cambi.  Hanno patteggiato con il governo statunitense multe piuttosto care ( 5.8 miliardi di dollari usa, alle autorità degli Stati Uniti e del Regno Unito, e 1.8 miliardi alla FED ), ma molto distanti dalle quantità di affari che sono riuscite a concludere nel periodo in cui manipolavano i cambi e i tassi.

Da non sottovalutare la notizia del pagamento lo scorso aprile da parte della Deutsche Bank di una una multa da 2.5 miliardi alle autorità americane e britanniche per aver manipolato il Libor, dopo che nel 2013 aveva già pagato 725 milioni per chiudere una inchiesta antitrust europea. Si tratta della multa più alta mai pagata da una banca durante l’indagine svolta dal Dipartimento di Giustizia americano.

Les Jeux sont faits, faites vos jeux

Se la finanza non opera in modo corretto, i suoi abusi sono veramente pericolosi  e minano la crescita economica creando una voragine nel mercato del lavoro e dell’occupazione. Quelli che operano nell’alta finanza, troppo grandi per fallire e troppo grandi per andare in galera, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza, la corruzione porta al disfacimento della società. Non abbiamo bisogno di più finanza, ma di una finanza migliore. Troppa finanza e politica del raggiro distorcono la distribuzione del reddito, minano la fiducia nell’economia di mercato  e creano conflitti di classe. Un mercato globalizzato può creare straordinarie occasioni di crescita, ma c’è bisogno di etica, di valori: nel mondo occorrerebbe più equilibrio e mantenere la libertà di mercato ma  con attenzione a chi non ha mezzi di sussistenza. Per la tenuta del sistema abbiamo bisogno di economia, di mercati competitivi ,di finanza morale, di impegno politico, ed ognuno deve essere responsabile delle proprie azioni. La giustizia sociale e la responsabilità debbono  essere il patrimonio da condividere, altrimenti il rischio dell’insicurezza esistenziale come ha detto Papa Francesco “ non ci permetterà di andare oltre”.

Simona Agostini

L'Autore

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