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Milan Kundera

Ocse, Ue in stagnazione. Usa e Gb in forte crescita

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ocse eurozonaLa stagnazione che ha colpito l’Eurozona si annuncia persistente, orizzonte grigio per il Giappone che nei prossimi due anni crescerà meno del previsto, in forte crescita invece Regno Unito e Usa. Sono le previsioni dell’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, che ha messo in guardia l’Unione da “poliche economiche di stimolo insufficienti”, che rischiano di “minare la crescita potenziale” e aumentare la deflazione, soprattutto di quei paesi particolarmente vulnerabili. L’Ocse fissa il tasso di inflazione dell’area Euro a 0.6% per il prossimo anno e a 1% nel 2016, dati che sono un po’ più pessimistici di quelli della stessa Europa e lontani dal target di appena sotto il 2% della Bce.

OCSE sull’Eurozona

Il pil della Eurozona è ancora al di sotto del picco pre-crisi, in confronto a Stati Uniti e Regno Unito, che hanno superato i loro. La crescita è rallentata a inizio del 2014 e rimarrà debole a causa del debito pubblico e privato, che resta alto, delle condizioni di credito e del tasso di disoccupazione. In più non ha favorito l’Europa la crisi geopolitica che ha colpito l’est. L’Ocse dice che bisogna fare di più e fa appello alla Banca Centrale a introdurre “misure di stimolo per mantenere i tassi di interesse a lungo termine costanti nei prossimi due anni” intensificando l’acquisto di asset. Positivo, secondo gli esperti dell’Ocse, la decisione di Francia e di Italia di allentare l’austerity.

Ecco la scheda Italia dell’ ultimo Economic Outlook. (November 2014)

After contracting during most of 2014, the economy is projected to return to growth by mid-2015 and accelerate somewhat further in 2016. ECB monetary policy support is expected to ease financial conditions and facilitate a resumption of bank lending, which should raise investment. The projected revival of Italy’s export market will also support stronger growth. The overall impact of fiscal policy will be small in 2015, as tax cuts will be offset by spending reductions. Unemployment will begin to decline in 2016, but is set to remain at high levels, while wage gains look set to remain modest.

To support economic growth, the government has appropriately delayed fiscal consolidation and has completed some initial steps in its comprehensive programme of structural reforms. This programme, along with effective implementation of earlier reforms, needs to be pursued with determination if stronger growth is to be sustainable. The very high public debt ratio poses a significant vulnerability, and as growth improves higher tax revenues should be channelled entirely to deficit reduction.

Velia Iacovino

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