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Abraham Lincoln

Morte in Arizona

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Alle 13,40 di mercoledì 23 luglio il detenuto Joseph Rudolph Wood, 55 anni, condannato alla pena capitale per l’omicidio della fidanzata, è stato portato nella camera della morte della prigione di stato dell’Arizona per essere giustiziato. E’ stato fatto stendere sul lettino, accuratamente predisposto, ed è stato legato, come prevedono le procedure. Alle 13,52 gli è stata praticata l’iniezione letale. Un istante dopo l’uomo ha cominciato a rantolare e a dimenarsi. Due testimoni, tra cui un prete, che erano lì ad assistere all’atroce cerimonia hanno contato i suoi spasimi: 660 atroci sussulti consumatisi nell’arco lunghissimo di 117 minuti. L’accertamento della morte è avvenuta alle ore 15,49. Ora negli Stati Uniti è polemica. Gli avvocati di Wood hanno chiesto e ottenuto l’apertura di un’inchiesta, nel mirino della quale è finito il cocktail di farmaci utilizzato per giustiziare il condannato. Un mix a base di midazolam e idromorfane, già usato impropriamente lo scorso gennaio in Ohio, ma al cui utilizzo su Wood aveva dato luce verde una corte d’appello dell’Arizona alla quale si erano rivolti i legali dell’uomo per evitare al loro cliente una morte crudele. Sorprende il modo in cui gli Stati Uniti stanno affrontando il caso. E sorprende il modo in cui tutto il mondo sta reagendo. E’ vero: non si uccidono così nemmeno gli animali. La sofferenza prolungata diventa tortura. Ma i riflettori vanno accessi non solo su questo. Bisogna chiedersi perché in un paese come gli Stati Uniti, paese della libertà e della democrazia, che si propone come faro dell’Occidente, non abbia ancora abolito la pena di morte. Un’anomalia letale che è un vulnus, il più resistente e il peggiore rispetto ai principi e ai valori su cui si fonda una nazione, così moderna, così ricca di possibilità per tutti.

Secondo gli ultimi dati di Amnesty International, aggiornati a marzo 2014:
98 paesi hanno abolito la pena di morte per ogni reato.
7 paesi l’hanno abolita salvo che per reati eccezionali, quali quelli commessi in tempo di guerra.
35 paesi sono abolizionisti de facto poiché non vi si registrano esecuzioni da almeno dieci anni oppure hanno assunto un impegno a livello internazionale a non eseguire condanne a morte.

In totale 140 paesi hanno abolito la pena di morte nella legge o nella pratica.
58 paesi mantengono in vigore la pena capitale, ma il numero di quelli dove le condanne a morte sono eseguite è molto più basso.
Ildegarda Seaman

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