Sogni, promesse volano... Ma poi cosa accadrà?

Gianni Rodari

PODEMOS. E A MADRID SI MARCIA PER IL CAMBIAMENTO

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Mentre il parlamento italiano ripescava dalle nebbie del passato il nuovo presidente della Repubblica, a Madrid decine di migliaia di persone confluivano in Plaza Cibeles per partecipare alla grande Marcia del Cambiamento indetta dal movimento della sinistra radicale Podemos, l’equivalente ispanico di Syriza, il partito di Alexis Tsipras che ha trionfato alle elezioni greche.

La Puerta del Sol, icona della libertà spagnola, è il punto d’arrivo, con la sfilata sul palco dei dirigenti del movimento. Un movimento, che, secondo i sondaggi, cresce di giorno in giorno e si accinge a diventare la prima forza politica del paese. Podemos, Noi possiamo, We can. E per le strade della capitale spagnola si respira di colpo aria nuova. Se nota, se siente. La mobilitazione, la prima di un anno importante per il paese, un anno che si concluderà con le elezioni legislative, che si terranno a fine autunno, ha un obiettivo preciso: diffondere il messaggio anti austerity in Europa, spazzare via il vecchio che affligge e opprime il paese . Proprio come ha fatto Syrizia. “Siamo al servizio del popolo e non degli interessi privati”, è lo slogan di Podemos Pablo Iglesias, suo leader e ideologo, professore di Scienze politiche, studioso di Gramsci, che ha tra i punti cardine del suo programma la riduzione concordata del debito pubblico.

ALTRO CHE FUOCO DI PAGLIA MITIN PODEMOS EN PALACIO CONGRESOS SEVILLA

Nato da una costola degli Indignados e dei tanti del delusi del Psoe, Podemos ha trionfato alle elezioni europee di maggio 2014 e sembra destinato a un’inarrestabile crescita. Sta diventando il punto di riferimento di tutti i delusi e gli scontenti e di tutti coloro che vogliono prendere le distanze dalla corruzione politica e sono stanchi dei tagli alla spesa pubblica, delle tasse. I due principali partiti spagnoli, popolari e socialisti , meno di un anno fa, lo avevano liquidato come un fuoco di paglia populista. Un fuoco di paglia che invece sembra invece inarrestabile.

Il primo ministro Mariano Rajoy ha messo in guardia gli spagnoli a “non giocare alla roulette russa” sostenendo l’ultimo arrivato, “uno –ha detto- che promette la luna e il sole, ma che non potrà mantenere la promessa”. Anche i media, sia quelli di destra che di sinistra, non sono stati teneri con Podemos finora, accusando il partito di legami con i leader venezuelani dell’ala più radicale e persino di coinvolgimento in affari finanziari poco puliti. Accuse da verificare. Sta di fatto che la Spagna è allo stremo e anche se è ufficialmente uscita dalla recessione continua ad avere un alto tasso di disoccupazione: non ha occupazione un lavoratore su quattro.

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