Non preoccuparti di cosa sta per fare qualcun altro.
Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo.

Alan Kay

Presentazione-mostra del nuovo poema di Gabriele Marconi. L’intervista di FQ

0

poemaAmo le sfide. E questa lo è senza ombra di dubbio. Curare l’aspetto visivo della presentazione di un libro è già di per sé affare inconsueto. Ma lo è altrettanto il fatto che l’autore di intensi romanzi come “Io non scordo”, “Le stelle danzanti” e “Fino alla tua bellezza”, tanto per citarne alcuni, decida di cimentarsi in un poema nel quale si fondono colte citazioni, divertimento, leggerezza, bellezza e una feroce – perché assolutamente involontaria – critica alla modernità. Questo e molto altro in un opera, “Ritorno alla terra desolata” (edizioni Idrovolante, 2015), che “debutterà” domani a Roma, venerdì 11 dicembre, alle ore 18, presso il One Living Bar, in Largo Lamberto Loria 4 (Cristoforo Colombo – Vecchia Fiera di Roma), nell’ambito della rassegna artistica Apericromia, in parallelo ad un percorso metaletterario, possibile grazie alla indiscussa bravura di due artiste, Kristina Milakovic e Valentina Mangieri.

Ed eccoci qui, Gabriele, a dar corpo ad una Visione perché, come ho già scritto sui social, “quando la Poesia diventa Immagine, i sogni diventano Realtà”. Tu come la vedi?

“Mi incuriosisce scoprire come i versi possano ispirare la sensibilità di artiste così diverse tra loro e, attraverso questo mezzo, osservare con altri occhi gli scenari che avevo immaginato”.

Quanto peso hanno le arti figurative in questo tuo nuovo lavoro?

“Non hanno avuto alcun peso in partenza, perché il viaggio del protagonista è stato qualcosa di sorprendente anche per me e assolutamente non “organizzato”. Quindi non ho pensato a qualcosa che potesse creare delle suggestioni ma, semplicemente, viaggiando insieme a lui sono tornato nel mio passato e, allo stesso tempo, nel nostro presente. Quello che è emerso attraverso lo sguardo del protagonista ha creato delle suggestioni che hanno evocato le mie passioni più diverse, appunto artistiche, letterarie, storiche e via dicendo…Tutte comunque immagini della mente, del cuore o della memoria”.

Che mi dici delle artiste, Kristina Milakovic e Valentina Mangieri?

“Ho conosciuto il lavoro di Valentina Mangieri alcuni anni fa ed essendomi innamorato delle sue elaborazioni monocromatiche basate su foto antiche e scatti fatti da lei stessa, le ho chiesto di illustrare il poema. Kristina Milakovic, invece, è stato un incontro recente e casuale, dal quale è comunque scaturita la stessa intensa affinità. Sono due sguardi, i loro, completamente diversi come tecnica e come scelta iconografica, ma tutti e due hanno fatto risuonare le stesse note che avevo cercato di musicare con i versi”.

Ci racconti del protagonista di Ratd? Chi è davvero?

“Chi è davvero non lo so. So che attraverso i suoi occhi ho potuto vedere per la prima volta il nostro mondo, come lo vedrebbe un uomo del passato più o meno recente, catapultato nel nostro tempo: il suo stupore è stato il mio stupore, il suo disagio è stato il mio disagio, la sua rabbia è stata la mia rabbia e la sua forza è quella che, tornando a vedere la Bellezza anche in un tempo che può sembrare decaduto, può aiutare noi stessi a ritrovare l’entusiasmo per ridare luce al mondo”.

Tante le citazioni colte. Chi ti ha ispirato principalmente?CQyTznSWoAAJWI3

“Nessuno in particolare. Noi siamo fatti di conoscenze frammentarie, che riconduciamo a un centro di comprensione unico. Quindi, tante cose che ho letto, tante mie passioni, tante cose che ho visto e ascoltato sono affiorate naturalmente in questo percorso. Non c’è stato nulla di organizzato. Ogni citazione ha stupito anche me, perché emersa dal lago della memoria dove giaceva sommersa, ma non dimenticata”.

Perché la scelta dei versi, quando la gente non legge nemmeno più gli articoli di giornale, accontentandosi solo dei titoli?

“Perché una cosa sono le notizie, altra cosa sono le storie. E che una storia sia scritta in prosa o in versi, se è bella troverà comunque il modo giusto per rapirti. Nella prosa con un racconto ben strutturato, nei versi con suggestioni che toccano direttamente il cuore”.

C’è un fil rouge nei tuoi lavori, la ricerca della Bellezza. Ma cos’è per te, in fin dei conti?

“La Bellezza è qualcosa a cui tendiamo naturalmente, qualcosa che cerchiamo anche nei luoghi e nei momenti più bui, qualcosa che riconosciamo senza ombra di dubbio e che è capace di accendere il fuoco che abbiamo dentro, anche quando credevamo che fosse irrimediabilmente spento”.

Carla Cace

L'Autore

Lascia un commento