La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai,
il futuro, rende la vita più semplice,
ma anche tanto priva di senso.

Italo Svevo

Presidenziali Tunisia. Il primo round è di Essebsi

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Beji Caid Essebsi

Beji Caid Essebsi

E’ un quasi testa a testa quello che si profila in Tunisia, dove si è votato per la prima volta per le presidenziali dopo la Primavera araba, tra i due aspiranti alla seconda carica dello stato più importante dopo quella di premier: Moncef Marzouki, che detiene la carica ad interim dal dicembre 2011 e il leader anti-islamista Beji Caid Essebsi, 87 anni, fondatore del partito Appello della Tunisia (Nida Tunus), l’uomo che rovesciò Zine Bine Abidine Ben Alì. Marzouki ha ottenuto, secondo le cifre fornite dalla commissione elettorale, il 33,4% dei voti, superato da Essebsi che ha ottenuto il 39,46% delle preferenze. Tutti gli altri candidati – a correre erano in tutto 25- sono rimasti al palo. Hamma Hammami, leader del Fronte Popolare, è arrivato terzo, ma con appena il 7%. E per i due sfidanti, che torneranno alla prova delle urne il 28 dicembre, s’annuncia grandissima battaglia. Anche perché le differenze ideologiche e di programma tra i due candidati sono davvero minime e anche i loro curricula sono di tutto rispetto.

Il primo round a Beji Caid Essebsi

Marzouki, medico, attivista, fondatore nel 1991 del Congresso per la Repubblica, primo partito clandestino tunisino, tra i più importanti dal 2011 a oggi, fu uno strenuo oppositore del regime di Ben Ali e pagò con il carcere la sua dissidenza. L’assemblea costituente lo elesse presidente, carica ha saputo ricoprire con prestigio, conquistandosi il rispetto di tutti per essere riuscito anche a controbilanciare il penso dal partito islamista di Ennahda, diventato una forza politica dominante dopo le elezioni dell’ottobre 2011.

Essebsi, che vanta origini italiane, anzi sarde – ama raccontare che a inizio Ottocento il bisnonno, che poi prese il nome di Ismail, venne rapito dai pirati tunisinia- ha una lunga carriera alle spalle. E’ celebre per essere stato consigliere del grande padre della patria Habib Bourghiba, ricoprendo mentre lui era al potere anche vari incarichi di alto livello. E’ stato, tra l’altro, ministro degli Esteri tra il 1981 e il 1986. Nel 1987 venne nominato ambasciatore in Germania. Dal 1991 al 1991 fu presidente del Parlamento. Nel 1994 si ritirò dalla scena pubblica per ritornarvi nel 2011 quando venne nominato Primo Ministro al posto di Mohammed Ghannishi, dopo la rivoluzione dei Gelsomini, che portò alla caduta di Ben Ali, incarico lasciato il 24 dicembre del 2011 dopo le elezioni dal quale uscì vincitore Hamadi Jebali.

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