Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Renzi l’africano punta allo sviluppo energetico in Angola

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“Il settore energetico angolano è strategico per la cooperazione tra i due paesi”. Sono queste le parole pronunciate da Matteo Renzi in occasione del suo primo viaggio in Angola, durante la cerimonia che si è tenuta a Luanda con il presidente della Repubblica dell’Angola, José Eduardo dos Santos, presso il palazzo presidenziale nella città alta. Il premier italiano ha espresso piena disponibilità del suo governo a collaborare con lo Stato angolano anche attraverso la partnership tra l’Eni e la compagnia pertrolifera di stato Sonangol. A questo si aggiunge la volontà dei reciproci governi di rilanciare la cooperazione bilaterale, in particolare nel settore dell’agroalimentare, dove le aziende italiane già da anni sono attive, accentuando il dinamismo delle imprese affinché operino nel paese. Nel suo viaggio Renzi era accompagnato da 25 imprenditori e dal viceministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda, al quale era affidato lo studio del rafforzamento della cooperazione nei vari settori con i partner angolani e che ha sottolineato come “la visita contribuirà a rafforzare la cooperazione tra Angola e Italia dal punto di vista di una partnership strategica con vantaggi reciproci”.
Settori di cooperazione 
L’incremento della cooperazione bilaterale tra Angola e Italia riguarderà l’energia, l’ambiente, la difesa e l’agricoltura; proprio quest’ultima si è raggiunta anche grazie al Forum Economico di Torino, a cui hanno partecipato rappresentanti del governo e del mondo imprenditoriale angolano. Anche il presidente angolano ha sottolineato l’importanza del rafforzamento delle relazioni tra i due paesi e ha annunciato la creazione di una commissione mista per definire le tappe fondamentali della cooperazione agroindustriale. Renzi ha poi invitato personalmente il presidente José Eduardo dos Santos a visitare l’Italia durante l’Expo di Milano del prossimo anno.
Riconoscimento economico
La visita di Matteo Renzi è anche un riconoscimento a sostengo della politica angolana in termini di crescita economica e in particolare a sostengo del ruolo che l’Angola svolge all’interno della regione. A confermarlo è anche il vicepresidente di Confindustria Licia Mattioli, che ha assicurato che oltre 400 aziende italiane sono interessate ad avviare partnership commerciali con aziende angolane: “Portiamo avanti il nostro lavoro in diversi settori con gli imprenditori angolani” ha dichiarato.

Integrare le imprese italiane sul territorio angolano

Obiettivo della missione imprenditoriale italiana era anche quello di migliorare l’integrazione nel territorio di aziende come SSE, compagnia di bandiera della produzione e commercializzazione di petrolio e gas, Finmeccanica, Ferrovie dello Stato, Cremonini, la più grande azienda nel settore della produzione alimentare, Gruppo Trevi e General Electric, per le apparecchiature elettriche. Per lo stesso Calenda “la visita è servita anche a rafforzare le relazioni nel settori chiave, oltre a garantire un maggior volume di investimenti nel mercato angolano”. Per questo non è improbabile che vi possa essere una nuova missione imprenditoriale italiana all’inizio del 2015 per rilanciare gli investimenti di cui si è parlato in questi giorni.
La presenza dell’Angola  nelle Nazioni Unite
Al termine della sua visita ufficiale in Angola, Matteo Renzi, ha evidenziato la leadership del presidente José Eduardo dos Santos, il suo ruolo importante nella ricerca di soluzioni per la stabilità in alcuni paesi africani, in particolare per la regione dei Grandi Laghi e ha assicurato il sostegno dell’Italia per la candidatura dell’Angola a membro non permanente delle Nazioni Unite per il periodo 2015/2016. “La sicurezza e la stabilità in Africa sono importanti se guardiamo i problemi che attualmente esistono nei vari paesi del mondo – ha dichiarato Renzi – il nostro supporto è assicurato e in una fase successiva si cercherà di discutere anche il processo di riforma delle Nazioni Unite, in modo che ci sia più spazio per il continente africano”.
Nerika Mpudi

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