Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Roma – Pechino, gli accordi siglati. Il punto di vista

0

L’Italia è stata la prima tappa della visita del presidente cinese Xi Jinping in Europa per promuovere la “Nuova Via della Seta”. Il presidente Xi si è trattenuto a Roma dal 21 al 23 marzo data in cui ha raggiunto Palermo per ripartire il 24  alla volta di Montecarlo e poi Parigi. La visita del Presidente Xi Jinping in Italia oltre ad essere stata una visita istituzionale ha inteso promuovere e rafforzare le relazioni economico commerciali tra i due Paesi. I memorandum firmati, in tutto 29, sono stati redatti nel rispetto delle linee strategiche dettate dall’Unione Europea e della nostra collocazione euro-atlantica.

Tra polemiche e ultimatum da parte degli Stati Uniti, dell’Unione Europea, del presidente francese Macron  il quale conferma la guida franco-tedesca dell’UE, l’Italia è stato  il primo dei Paesi del G7 ad apporre una firma su accordi che promuovono lo sviluppo di progetti infrastrutturali e commerciali tra Cina e Italia per un valore di 2.5miliardi estendibili a 20.5miliardi di euro.

Questa visita cinese è stata fortemente osteggiata dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti preoccupati anche della nuova collocazione internazionale che avrebbe potuto assumere l’Italia attraverso la firma dei trattati. L’Italia dal canto suo ha ribadito la solidità delle sue relazioni transatlantiche e confermato che i memorandum firmati non sono in contrasto con le regole dettate dall’UE e non riguardano la tecnologia 5G, “considerata dall’UE e dagli USA pericolosa per il possibile uso da parte di Pechino nello spionaggio delle comunicazioni (ad appannaggio esclusivo del principato di Monaco-Francia), non riguardano Leonardo considerato interlocutore strategico, ma neanche il settore nucleare, l’alta tecnologia e gli equipaggiamenti militari, tutti accordi non permessi dall’EU all’Italia ma permessi in parte alla Francia.

Gli accordi sottoscritti dall’Italia non sono a senso unico ma rappresentano una cintura costruttiva a due corsie, ha detto il Presidente Mattarella, per sostenere e sviluppare gli interessi economici dell’Italia, l’intento è quello di portare in pareggio la bilancia commerciale con la Cina che oggi è sottoposta a forti squilibri : le Importazioni dalla Cina nel 2018 sono state 30.8miliardi (-2,4% rispetto al 2017), contro un fatturato di export di 13.2miliardi (+8,2% rispetto al 2017) (sbilancio: -17.6 miliardi). Gli accordi firmati con l’Impero celeste sono stati ventinove, 19 istituzionali e 10 commerciali e intendono riequilibrare la bilancia dei pagamenti e aumentare l’interscambio di 2.5milardi. Secondo le stime del governo, l’interscambio potrebbe estendersi fino a 20miliardi.

Gli accordi istituzionali vanno dai gemellaggi , alla valorizzazione bilaterale dei siti archeologici, alla restituzione di 796 reperti archeologici appartenenti al patrimonio culturale cinese, all’esportazione di carne suina congelata e di seme bovino congelato, alla cooperazione nel settore elettronico, intesa Rai – China Media Group e Ansa-Xinhua. I 10 accordi commerciali sono: Partenariato Strategico tra Cassa Depositi e Prestiti e Bank of China, Partenariato strategico tra Eni e Bak of China, Collaborazione sul programma di turbine a gas tra Ansaldo energia e China united gas turbine technology, fornitura di una turbina a gas di Ansaldo energia con Benxi Steel Group e Shanghai electric, memorandum of under standing tra Cdp, Snam e Silk road fund, Accordo Ice-suning per una piattaforma di promozione dello stile di vita italiano in Cina, accordo tra porto di Trieste e China communications construction company, accordo tra il porto di Genova e China communications contructions company, memorandum of under standing tra Intesa sanPaolo e la città di Quingdao, contratto tra il gruppo Danieli e China Camc enggineering per complesso siderurgico in Azerbaijan. Nel viaggio a Palermo è sstato definito il trasporto delle arance rosse e arance tarocco per via aerea.

 Il timore della trappola del debito  avanzato dall’UE all’Italia

Il presidente Emanuel Macron si è reso portavoce a nome dell’UE, della Francia e della Germania del disappunto provocato dalla decisione italiana. I timori nutriti per il forte debito pubblico dell’Italia e dell’eventuale debito che la stessa dovesse contrarre con la Cina potrebbero mettere l’Italia in una situazione di sudditanza nei confronti della Cina che potrebbe approfittarne per imporre il suo nuovo progetto di una nuova Via della Seta digitale (Antonio Selvatici- la nuova via della seta, un’espansione anche digitale- Formiche.net, 10 marzo 2019), ovvero quel quinto dominio che rappresenta uno dei terreni di scontro tra Stati Uniti e Cina.

La posizione dell’Unione Europea di fronte agli investimenti nella “Nuova Via della Seta, OBOR o BRI”

L’Unione Europea negli ultimi anni ha formulato pareri contrastanti e non di consenso sul piano infrastrutturale cinese della BRI. Un documento sottoscritto  nell’aprile 2018 da tutti gli ambasciatori degli Stati membri a Pechino, con eccezione dell’ambasciatore dell’Ungheria, declama lo scetticismo sul piano Belt and Road Initiative: “va contro l’agenda europea per la liberalizzazione del commercio e sposta l’equilibrio di potere a favore delle aziende cinesi sussidiate”(Erik Brattberg, Etienne Soula- Carnegie 19.10.2018). Nonostante la firma coesa di questo documento, diversi sono stati gli orientamenti degli Stati membri e secondo fonti europee riportate dalla stampa internazionale  a marzo 2019 sarebbero già tredici i Paesi UE  ad aver firmato un memorandum di intesa con il governo cinese aderendo alla Nuova Via della Seta: Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Slovenia.

Il Presidente francese Macron ha dichiarato che non ci può essere una sola via per “l’egemonia, che trasformerebbe in sudditi chi l’attraversa”(Reuters 8 gennaio 2018- Michel Rose). La cancelliera tedesca Angela Merkel ha avanzato critiche simili dubitando “ dello spirito del libero commercio” contenuto nella via della seta cinese (South China Morning Post, 22 febbraio 2018).

Francia e Germania all’attacco

La Germania è il primo esportatore d’Europa in Cina con una crescita costante da più di tre anni (nel 2018 la crescita si è attestata all’8%  con un fatturato di 93 miliardi in uscita e 106miliardi in entrata), questo è un dato di fatto che sembra preoccupare soltanto gli Stati Uniti e non l’UE.

Merkel e Xi Jinping si sono incontrati il 26 marzo insieme a Macron e a Juncker   per definire le linee guida dettate da Bruxelles, naturalmente l’Italia è esclusa dal summit.

La situazione francese, anche dopo la visita del venditore Macron nel 2008 a Pechino non ha portato grandi frutti, la Francia ha un forte deficit commerciale con la Cina e non è competitiva. Ma si è riscattata con questa visita del presidente XI a Parigi portando a conclusione un maxi ordine da 30miliardi con la vendita di 300 Airbus (290 Airbus A320 e dieci A350) e firmando ben altri 14 contratti bilaterali per un valore di ulteriori 18miliardi. I contratti spaziano dall’eolico, allo sfruttamento delle energie pulite, alle forniture energetiche e alla modernizzazione delle fabbriche, ai parcheggi intelligenti, alla costruzione di 10 nuove navi, alla tecnologia satellitare(in questo caso non strategica), al 5G con Huawei a Montecarlo(anche questo non strategico), all’importazione da parte cinese di scarti di pollame surgelato.

Un po’ di gossip

Il punto di forza dell’Italia in questo incontro cinese è stato lo stupore, l’ammirazione e l’interesse che il presidente Xi Jinping e sua moglie Peng Liyuan hanno mostrato per le splendide opere d’arte che offre il nostro Paese. Al Quirinale, a Villa Madama, durante il viaggio dall’aeroporto all’albergo che lo ha ospitato il presidente Xi e sua moglie hanno avuto occasione di apprezzare la storia, la antica cultura del nostro Paese, storia e cultura che hanno incrociato la cultura cinese con la vecchia via della seta. Il direttore dell’hotel Parco dei Principi, Daniele Saladini, ci ha confessato che il presidente Xi e la signora Peng sono rimasti favorevolmente colpiti dall’arredamento sontuoso dell’albergo,dalla suite della Regina dove hanno soggiornato e dalla cucina italiana che non hanno mancato di assaggiare. Oltre alle consuete prelibatezze cinesi preparate dai cuochi giunti dalla Cina con la delegazione presidenziale, il menù comprendeva ben 20 specialità italiane. Il presidente e signora hanno gradito tagliolini cacio e pepe, lasagna, capesante, gelato e tiramisù.

Breve storia di Peng Liyuan la first lady cinese

Rompendo con la tradizione diplomatica cinese il presidente Xi Jinping dalle prime visite all’estero, dopo il suo insediamento a presidente della Repubblica popolare cinese nel 2013, viaggia accompagnato dalla moglie, la famosissima cantante e attrice di teatro Peng Liyuan. In passato i leader politici cinesi avevano sempre lasciato alle loro mogli un ruolo marginale, ma il presidente Xi Jinping ha apportato un forte rinnovamento anche nel ruolo della donna in Cina, e dato un ruolo istituzionale alla donna al suo fianco. Peng ha 52 anni. Nata da una famiglia di artisti nella provincia dello Shandong a soli 14 anni si iscrisse all’università di arte e design e a 18 anni fece parte dell’esercito di liberazione popolare come soprano. La sua voce talentuosa era considerata adatta per intonare canti patriottici e popolari. Nel 1983, quando cantò ad un programma televisivo della CCTV, ottenne un grandissimo successo e diventò una star, da allora fu invitata alla trasmissione ogni anno fino al 2007 facendo parlare di sé oltre che per la sua bravura e per il suo grande talento anche per gli abiti eleganti che indossava. Peng sposò Xi nel 1987 quando Xi era agli albori della sua carriera politica, allora Xi era considerato dalle cronache mondane” il marito di Peng Liyuan”. Oltre che in Cina Peng ha ottenuto grandi riconoscimenti all’estero per le rappresentazioni teatrali dell’antica opera popolare “Mulan”, in particolare nelle rappresentazioni che si tennero nel 2005 all’Avery Fisher Hall al Lincoln Center di New York e al Teatro dell’Opera di Vienna nel 2008.  Oggi Peng accompagna il presidente Xi a tutti gli incontri internazionali e brilla ancora per la sua grazia ed eleganza.

L'Autore

Lascia un commento