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Abraham Lincoln

Sanremo, dei delitti e delle pene. Ovvero: dimmi cosa indossi e ti dirò chi sei

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I look di Sanremo hanno fatto discutere, non c’è che dire. Fatta eccezione per Carlo Conti – che ha condotto con “bongiornevolezza” sobrietà le serate della kermesse – le scelte stilistiche delle vallette hanno effettivamente lasciato tutti un po’ perplessi. I magazine scatenati hanno già votato i vestiti, i look e il portamento dei protagonisti del Festival della Canzone Italiana: pettegolezzi, complimenti (pochi), e una sequela di commenti acidi (tanti) sulla mancata eleganza o inappropriatezza degli ospiti e degli abiti che hanno calcato il palco dell’Ariston.

Festival di Sanremo 2015: l’edizione meno elegante

Forse siamo d’accordo che questa 65ma edizione non sia stata la più elegante, perché nonostante le ragazze “promettessero bene” – tre corpi diversi, vero, ma decisamente tre bellissime donne – qualcosa è andato storto. A vestirle maison di tutto rispetto: Gucci, Cavalli, Alberta Ferretti, Valentino, per nominarne alcune; ma non sempre adatte alle loro figure. Del resto, indossare un abito di Alta Moda fa davvero la differenza? Ricordo di aver visto, qualche giorno fa, la foto di Audrey Hepburn mentre ritirava il Premio Oscar in uno striminzito abito bon-ton con gonna a palloncino. Nessuno strascico, nessun gioiello, niente se non quell’innata eleganza che avrebbe fatto passare anche un sacchetto di nylon per un tubino Chanel. Ovviamente questo non vuol dire che se non ti chiami Audrey Hepburn sei fuori dai giochi, piuttosto che a ogni fisicità corrispondono esigenze diverse e che tenerne conto, valorizzando i pregi e “nascondendo” i difetti, può dare grandi risultati.

 

Sanremo-2015

È nato prima il vip o lo stylist?

La colpa, in gran parte dei casi, è della spietata guerra che si combatte mesi prima per accaparrarsi l’esclusiva dei capi da indossare in occasioni come queste, e che non considera le dovute valutazioni. Basterebbe seguire i luoghi comuni più banali per non sbagliare: il bianco non sfina, la pancia non sparisce nemmeno se sotto la gonna avvitatissima e strettissima hai messo una pancera e scendere le scale con i tacchi – se non si è abituati – farebbe sembrare sgraziata persino Grace Kelly. Eppure le Charlie’s Angels (mai citazione è stata più indovinata!) si sono ritrovate strizzate più volte in vestiti che non sapevano portare, o che avrebbero avuto bisogno di qualche sostegno (i maligni parlano persino di un reggiseno perduto, ndr.). Cosa conta, quindi, la griffe, l’abbinamento o anche la resa? Chi tira le fila ha fatto i conti con i fili? È nato prima il vip o lo stylist? Qualche giorno fa sono stata invitata a una cena molto elegante (che poi, detto tra noi, che parlare di “cene eleganti” possa essere ampiamente frainteso, ma vi giuro lo era veramente!). Fino all’ultimo ho provato una forte ansia perché non riuscivo a scegliere cosa sarebbe stato meglio indossare. «Ma come? Tu che ti occupi di Moda non sai cosa mettere?» Questa è stata la risposta a qualsiasi remora abbia avanzato su completi chemise-pantalone, gonne o vestiti vagliati per l’occasione. Per fortuna non tutti i mali vengono per nuocere e, grazie a Sanremo, ho capito che mi stavo preoccupando inutilmente…
Samantha Catini

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