Che ognuno avrà il futuro che si conquisterà.

Gianni Rodari

Scuola e tecnologia: Italy vs UK

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L’high tech è il futuro e anche la scuola si sta adeguando ai nuovi tempi, quantomeno quella inglese. L’uso dell’iPad e della tecnologia in generale sembra stia avendo un largo riscontro tra le scuole private del Regno Unito, che stanno utilizzando in maniera sempre più diffusa i nuovi mezzi. I giovani vengono incoraggiati ad usare le più moderne tecnologie in maniera intelligente, creativa e innovativa, visto che, magari, già nelle loro ore libere le praticano: in tal modo lo studio diventa non solo più divertente, ma anche molto più stimolante. L’evoluzione educativa ha oggi raggiunto alti livelli di interattività e propensione alla ricerca, dando l’opportunità ai giovani di esplorare e imparare anche autonomamente. Persino gli asili, in Inghilterra, sono coinvolti in questa rivoluzione: la Ballard School, nello Hampshire, ha fornito alla sua scuola materna un paio di tablets su cui bambini di uno o due anni possono esercitarsi a migliorare la ‘coordinazione mano-occhio’. Nonostante le migliori intenzioni, però, il recinto di sabbia continua ad avere il suo fascino indiscusso e talvolta è preferito al tablet. Questo rinnovamento ha ispirato molti docenti a modificare il loro approccio alle proprie materie: gli insegnanti di danza e recitazione filmano le performance degli studenti, così da poter fornire feedback migliori; i professori di lingue registrano la pronuncia degli studenti in modo da compararla poi con i madrelingua; altri docenti ancora utilizzano YouTube per fornire commenti e valutazioni sui lavori svolti e creare classi virtuali, in modo da aiutare gli studenti nel migliorare conoscenze e capacità ed a fare gruppo. Sempre più scuole stanno investendo sul digitale e sulle tecnologie più sofisticate. Scuola e tecnologia: Italy vs UK

Ne è un esempio la Croydon High School nel Surrey, che ha creato uno spazio immersivo (denominato 4D) il quale, attraverso la combinazione di luce, suono e video, ricrea luoghi e situazioni: una fantascientifica macchina del tempo, in cui gli studenti hanno l’impressione di vivere in prima persona un evento storico, accanto a Re Artù o insieme a Shakespeare sul palcoscenico. Il metodo classico, però, non viene comunque abbandonato. La soluzione migliore rimane una combinazione di lezione classica e uso della tecnologia. Un insieme delle due metodologie permette allo studente di mantenere alta la concentrazione e più costante l’interesse. E in Italia? Tutt’un’altra musica, purtroppo ‘antica’.Secondo uno studio della Fondazione Ahref, che prende in analisi un report realizzato da European Schoolnet del 2013 riguardante la condizione europea, l’Italia appare priva di strumenti e infrastrutture, e non solo tecnologiche. Per l’apprendimento, nelle scuole europee si ha in media un computer a disposizione ogni 7 studenti nelle primarie e uno ogni 5 nelle medie. In Italia la media scende vertiginosamente: un computer ogni 16 studenti nella scuola primaria e uno ogni 12 nelle scuole medie. Per quanto riguarda la connessione ad internet, la situazione risulta essere ancora più tragica: nelle scuole primarie europee la media è di un laptop connesso ogni 20 studenti, mentre nelle scuole medie è di 14; in Italia se ne trova uno ogni 333 studenti nelle primarie e 125 nelle medie. Nella classifica europea ci collochiamo al penultimo posto, seguiti soltanto dalla Romania. Anche la presenza dei proiettori segue una situazione analoga.

Le più economiche LIM (lavagne interattive multimediali) non sono, malgrado tutto, maggiormente diffuse. Il loro l’utilizzo nelle aule italiane comunque si avvicina ai numeri europei. Nelle scuole medie sono addirittura più diffuse che negli altri paesi europei, grazie al Piano Nazionale Scuola Digitale, lanciato nel 2007, che ne ha fortemente spinto l’utilizzo. Nelle scuole elementari, invece, se ne trova una ogni 200 studenti, anche a causa dei pochi finanziamenti concessi all’istruzione (dal 2007 al 2011 sono stati stanziati solo 120 milioni di euro, circa lo 0,1% del budget annuale del Ministero). Nonostante la scuola italiana cerchi di modernizzare didattica e programmi, la situazione economica di certo non supporta tale impegno. Si cerca però di ovviare alla cosa attraverso il progetto Smart Future di Samsung (http://www.smart-future.it), nato per favorire la digitalizzazione dell’istruzione partendo da un processo di formazione rivolto innanzitutto agli insegnanti, poi a studenti e famiglie. Il progetto prevede la creazione di classi digitali in oltre 300 istituti (primarie e secondarie inferiori) tra il 2013 e il 2015, in modo da avvicinare la scuola alla società e alla vita degli studenti, in continuo mutamento e sempre connessa al mondo virtuale. Una della cause per cui la tecnologia è ancora lontana dal sistema educativo nazionale potrebbe essere la paura di cambiamenti radicali e non ancora governabili da una classe dirigente non nativo-digitale. Per forzare questo blocco, dovremmo, però, valutare quanto beneficio l’uso della tecnologia porterebbe alla scuola. In questo modo si potrebbe colmare la forbice che vede i giovani di oggi così vicini all’high tech e così lontani dall’educazione scolastica.

Clara Giannini

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