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Pietro Barilla

Siria: i raid Usa salvano i curdi dall’ Isis

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I raid aerei lanciati all’alba di oggi sul nord della Siria, a cui hanno preso parte caccia statunitensi e dei paesi alleati nella lotta al terrorismo, hanno salvato i curdi di Ain al Arab, in curdo Kobane, dall’arrivo delle milizie dello Stato islamico. Da settimane infatti le milizie curde stanno combattendo, senza grossi successi, per fermare l’avanzata dei seguaci di Abu Bakr al Baghdadi diretto al valico di confine con la Turchia di Ain al Arab. Gli obiettivi sono tre: conquistare i giacimenti di petrolio presenti nella zona, indebolire le milizie curde che tentano di creare un’area autonoma sulla scia di quella curdo-irachena e avere un valico di confine diretto con la Turchia principale importatore del petrolio dell’Isis.

In pochi giorni i miliziani islamici hanno conquistato una ventina di villaggi della zona ed hanno di fatto circondato Ain al Arab, senza però entrare ancora al suo interno. Fino a ieri notte 130 mila curdi sono quindi fuggiti nella vicina Turchia, in attesa dell’imminente conquista della terza città curda per importanza in Siria nelle mani degli uomini di al Baghdadi. L’Isis aveva piazzato le sue truppe pronte ad avanzare da tre direttrici forse potendo contare anche sull’appoggio dell’intelligence turca. Riporta infatti il giornale siriano “al Watan” che ci sarebbe un accordo tra Ankara e Isis in virtù del quale i miliziani islamici hanno liberato sabato scorso i 43 turchi rapiti tre mesi fa a Mossul, nel nord dell’Iraq. In cambio di questa liberazione l’intelligence turca dovrebbe facilitare la conquista dello Stato islamico di Ain al Arab, anche per colpire con forza i separatisti curdi siriani molto legati al Pkk turco.

A sparigliare le carte però sono stati i raid aerei Usa, coadiuvati per la prima volta dai caccia giordani, e di altri paesi arabi. Il loro intervento ha colpito duramente le basi dello Stato islamico ad al Raqqa, sua roccaforte, e a Deir ez Zour. IN quest’ultimo luogo è stata colpita anche una base del Fronte al Nusra dove si trovava quello che per gli Stati Uniti era il terrorista più pericoloso per gli interessi statunitensi: Mohsin al Fadhli. Il trentaduenne kuwaitiano, ex dirigente di al Qaeda, era alla guida del gruppo chiamato Khorasan che per la Cia era il nemico numero uno da colpire e sembra,secondo le emittenti di Kuwait City, che sia morto in un raid aereo a nord di Aleppo. Ora i curdi sperano che questi attacchi abbiano indebolito lo Stato islamico al punto da spingerli a non avanzare su Ain al Arab ma la partita per il petrolio curdo resta ancora aperta.

 

Hamza Boccolini

L'Autore

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