Ecco qual è il problema del futuro:
quando lo guardi cambia perché lo hai guardato.

Lee Tamahori

SIRIA, SEMPRE PIU’ EMERGENZA UMANITARIA

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Il carnefice uccide sempre due volte, la seconda attraverso il silenzio (Elie Wiesel premio Nobel per la Pace).

Siria, Iraq, Darfur, Burundi, località non molto lontane dal nostro Paese vengono perpetrate intollerabili atrocità sulla popolazione, dei veri genocidi di massa, orrori, il cui solo e unico scopo è il potere politico, culturale o religioso. Come dice Papa Francesco “la Violenza crea solo nuove ferite”.

Samo testimoni di una crescita esponenziale di violenza e di crimini sugli scenari attivi di guerra. I Media ne parlano, ma ne parlano poco, quasi a voler proteggere il mondo occidentale da tanta recrudescenza. Viviamo in un mondo informato ma ci siamo assuefatti a tanta informazione, non riusciamo più ad essere solidali. La repressione, la distruzione e la soppressione di gruppi di persone nel nome di interessi politici, culturali o addirittura religiosi io la definirei Guerra. Si tratta di una deformazione mentale del genere umano che non sa trattare “gli umani come esseri umani”.

Nel XX secolo la situazione non era diversa (Caterina della torre- Dol’s Magazine- 25.01.2016)

1915-1923 ricordiamo il genocidio dei Giovani Turchi contro la popolazione armena cristiana. Le deportazioni di massa porteranno il numero della vittime a circa un milione e mezzo.

1924-1953 non meno di 20milioni di russi durante il periodo comunista di Stalin furono vittime del gulag, della fame, delle esecuzioni.

1933-1945 con l’avvento del nazismo in Germania viene avviato lo sterminio del popolo ebraico in Europa, un olocausto che ha fatto 6milioni di vittime

1965-1967 quasi 1milione di indonesiani sono stati deliberatamente eliminati dalle forze governative, mentre tra il 1974 e 1999 sono state eliminate circa 250mila persone della popolazione di Timor-Est.

1975-1979 un milione di cambogiani sono morti dai Kmer rossi di Pol Pot.

Dal 1994 ad oggi 800mila civili ruandesi sono stati massacrati nel conflitto Hutu e Tutsi ed una cifra analoga è stimata per le vittime del vicino Burundi

In Iraq un organismo dell’ONU ha stimato nel 1998 la morte di circa 1milione di persone di cui 560mila bambini, a causa dell’embargo internazionale e della politica di Saddam Hussein.

Dei Genocidi e delle pulizie etniche compiute in Yugoslavia, Liberia, Sierra Leone, Angola, Congo, Libano, Corea del Nord, Sri Lanka, Haiti, Tibet non riportiamo le cifre delle vittime perché non sono certe (1).

Parliamo di Siria

Il conflitto è ora alla metà del quinto anno. Ha causato 600mila vittime, di cui innumerevoli civili, milioni di sfollati, 4.8milioni di rifugiati e 13.5milioni di persone che sono in emergenza umanitaria.

Aleppo deve essere rasa al suolo è stato detto: ma le vittime sono sunniti, sciiti, cristiani, sono persone. Esigenze diplomatiche dei singoli governi, interessi geopolitici, economici e religiosi negli scenari di guerra sono al di sopra dei diritti fondamentali, alla vita. In questi posti è negato anche il diritto fondamentale di parola. In Siria il più alto numero di giornalisti uccisi, persone che hanno pagato con la propria vita per raccontare. Ma la Siria non ha un futuro se si continua a tacere! le bombe, i raid aerei, hanno distrutto case, strade, manca acqua, energia elettrica, medicinali, cibo, abiti. Gli interventi umanitari fanno fatica a raggiungere i sopravvissuti, si muore anche di stenti. Più di 300mila persone sono ancora rinchiuse nelle carceri siriane e i metodi di tortura descritti dagli ex detenuti ad Amnesty International sono terrificanti. In carcere si muore. Dall’inizio della crisi i morti sono in media 300 al mese. Ci domandiamo ancora perché queste persone scappino dal loro Paese. Intanto si costruiscono muri, e i governi si rifiutano di ospitare gli sfollati e i rifugiati, che non provengono soltanto dalla Siria ma anche dall’Iraq, Afghanistan, Sud Sudan, Nigeria, Etiopia, Eritrea, Gambia. Invece di costruire muri, i governi si sforzino affinché i negoziati di pace portino ad un cessate di fuoco- il fuoco credibile, che venga onorato da tutte le parti.

La Pace in Siria è possibile?

La pacificazione della regione è strettamente legata alla riedificazione di una Europa unita che ritrova le sue ragioni di esistenza dalle tragedie della seconda guerra mondiale, la solidarietà, il diritto umanitario, la giustizia e la promozione della pace contro ogni guerra(Focsiv-04.10.2016).

La Pace è possibile se la comunità internazionale ferma la proliferazione e la fornitura di armi, se promuove una politica estera di giustizia, senza esportare la democrazia ed imporre diritti con la guerra.

La Pace è possibile se si abbandonano le speculazioni finanziarie, la vendita di armi e il proliferare dei grandi poteri economici.

La Pace sarebbe possibile se i nuovi obiettivi fossero il diritto alla vita e alla dignità umana.

L'Autore

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