La gente ha sempre dichiarato di voler creare un futuro migliore.
Non è vero. Il futuro è un vuoto che non interessa nessuno.
L'unico motivo per cui la gente vuole essere padrona del futuro
è per cambiare il passato.

Milan Kundera

Turismo: il cibo va forte ma i nostri vini di più.

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L’Italia è dotata di una commistione significativa di elementi climatici, artistici e culturali, ed ha sempre collocato la sua cucina fra le peculiarità di tutte le variegate forme di turismo, che sia turismo rurale o in resort di pregio, incidendo sulle abitudini di consumo del viaggiatore e incrementando le esportazioni dei prodotti Made in Italy. Il settore enogastronomico negli ultimi undici anni ha visto in Italia un aumento del 554% (contro l’87% segnato a livello mondiale). Sempre più spesso le iniziative di sviluppo ricollegabili al turismo culturale puntano su elementi della tradizione locale, e quindi, anche di quella enogastronomica. Possiamo definire Il cibo una espressione della cultura, un fattore distintivo che vede nel piacere del viaggio il piacere di gustare piatti tipici della tradizione locale. L’esperienza del cibo da parte dei turisti può diventare un mezzo per esportare le produzioni tipiche, e creare un legame più stretto con il territorio e le tradizioni locali. Così il prodotto diventa comunicazione fra le varie culture facendo venire meno la logica dei confini reali.

L’imprenviniditore agroalimentare si è dovuto aprire all’innovazione e all’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione. L’agricoltore oggi dispone di cultura medio-alta ed ha fatto studi e corsi di specializzazione per poter gestire questa nuova realtà emergente. Non è sorprendente quindi apprendere come una piccola cantina siciliana,” Cantina Barbera”, sia stata nominata (mediante un blog australiano) una fra le 20 aziende al mondo che maggiormente influenza il mercato degli appassionati del vino: una manciata di dipendenti e una mentalità fluida e innovativa, internet e facebook i responsabili della comunicazione e delle vendite. Emozioni estemporanee e senza filtri, più si è piccoli e veloci, più è semplice parlare in maniera diretta ai propri potenziali clienti. Come non è sorprendente che le” Cantine d’Alfonso del Sordo “di San Severo investano costantemente in ricerca ed innovazione e partecipino come partner scientifici insieme ad Università a progetti internazionali, e contemporaneamente si classifichino tra i primi esportatori delle eccellenze vinicole del Mezzogiorno d’Italia negli USA con i vitigni autoctoni del Bombino Bianco: il Catapanus ad esempio è un vino nuovo, da uve prodotte nel 2011 da una attenta selezione dei vigneti, ma carico di tutte le suggestioni e di tutta l’entità della sua terra.

Dalla terra d’Abruzzo ricordiamo il vino” Pecorino”, un antico vitigno che rischiava l’estinzione, e che soltanto in anni recenti grazie ad un progetto per il territorio è stato reimpiantato a ridosso del Parco Nazionale del Gran Sasso, a Tollo, dove l’aria delle montagne rinfresca la calura delle giornate estive, facendone il luogo ideale per questo vitigno che tende alla maturazione precoce e da il meglio di se nei climi freschi. Nella nostra piccola Italia, ricca di storia e di tradizioni c’è posto anche per l’innovazione e la sperimentazione. E i cambiamenti climatici in atto, pongono nuovi quesiti e sfide alle quali bisognerà rispondere, sperimentando nuove modalità di fare viticoltura adatte ad un clima sempre più caldo.

Ogni prodotto racconta la sua storia, quella del territorio in cui è nato, della tradizione secondo cui si è sviluppato. L’innovazione unita alla tradizione: andiamo orgogliosi dei nostri gioielli: gli olii,vini i vini, il cioccolato, gli insaccati, la pasta ( la famosa pasta e Cecco), i peperoncini (quelli calabresi), i formaggi (il parmigiano reggiano, la mozzarella di bufala), i distillati, la frutta, la grande varietà di ortaggi, e che dire della nostra tradizione dolciaria, della tradizionale pizza margherita e del cappuccino conosciuti in tutto il mondo! Nel nostro viaggio inteso come ritorno alle origini, è essenziale che l’eccellenza della nostra cultura enogastronomica possa essere conosciuta e degustata possibilmente nel luogo di nascita, ma che possa anche raggiungere le tavole di tutto il mondo. L’Arte, la Bellezza, i Sapori, la Musica, la Moda, Design, Artigianato sono il sogno al quale vogliono partecipare ed immergersi i visitatori della nostra Italia, in un viaggio indimenticabile, nel nostro Bel Paese. L’obiettivo che proponiamo è che le strade di comunicazione che percorriamo diventino il mezzo per valorizzare la forte identità italiana e l’essenza dei nostri prodotti perché purtroppo siamo un Paese che corre a due velocità e che sconta un grave ritardo tecnologico e digitale.

Se investissimo in Turismo e cultura (anche digitale) almeno quanto gli altri Paesi dell’UE, l’Italia vedrebbe crescere la propria domanda turistica di circa il 10%, il PIL di circa 1% e questo si tradurrebbe in circa 250.000 nuovi posti di lavoro. Una sola regione in Italia ha saputo guardare avanti investendo sulla Rete già dal 2008, la terra di Dante Alighieri, la Toscana, che oggi vive e lavora in modo esemplare con il turismo on line. Ha fatto da apripista al “ digital marketing” applicato al turismo, che è il modo più immediato per avere informazioni sulla località da visitare, mantenendo sempre al primo posto le esigenze concrete dei turisti. Il Lazio ha iniziato tardi questo approccio, ma sta recuperando e la Puglia ha deciso da poco di concentrarsi massicciamente sulla promozione on line con una campagna di video e foto postati sui social network, sui luoghi in cui sperimentare l’esperienza pugliese dal cibo, alla musica, alle tradizioni di ogni sorta. Un caso a parte è quello della Basilicata, piccola e silenziosa regione del Sud, che a dispetto degli stereotipi, ha saputo cavalcare benissimo l’onda lunga del web. Ma per i Selfie: è il Colosseo lo sfondo preferito.

Mangia, Bevi, Ammira, Ascolta e…. Condividi!!! Ecco lo slogan del turista moderno. Cosa aspettiamo?

Simona Agostini

L'Autore

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