Il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi,
molto prima che accada.

Rainer Maria Rilke

Turismo, tra innovazione ed economia creativa

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Creatività ed innovazione sono tra gli elementi che hanno maggiormente contribuito a rendere famosi la nostra arte ed il nostro Made in Italy. La loro incidenza si è allargata ad altri campi, come il turismo, a tal punto da farli diventare alcuni degli elementi essenziali per accrescere la produttività e battere la concorrenza nei mercati internazionali. In altri termini, il terreno sul quale si sta svolgendo la competizione economica globale  è proprio quello della valorizzazione del talento umano. Un esempio emblematico è la digital enterprise, che rappresenta uno dei risultati della trasformazione dei modelli di business aziendali, ed è caratterizzata da un sistema di relazioni ed interconnessioni sempre più ricche ed articolate. Queste nuove architetture presuppongono un dialogo tra le tecnologie e le persone in grado di promuovere, valorizzare e diffondere forme e modalità differenti per raggiungere gli obiettivi di business in maniera più efficiente e produttiva. E’ necessario, pertanto, formare ed indirizzare gli studenti universitari verso scelte professionali basate su tali collaborazioni attraverso opportuni percorsi di apprendimento sia formali che informali. Questa è la ragione per cui il Master in “Linguaggi del turismo e comunicazione interculturale” dell’Università Roma Tre, sotto il coordinamento e l’ alta sorveglianza della Direttrice Barbara Antonucci, ha organizzato in collaborazione con il Mercato Centrale Roma il workshop intitolato: “Economia creativa ed innovazione” . Esso è stato curato dalla sottoscritta, docente al Master, e si è tenuto presso il Mercato Centrale Roma in via Giovanni Giolitti 36 che ha gentilmente fornito un’ospitalità generosissima e perfetta. L’evento è partito dalla considerazione che l’innovazione dovrebbe accompagnarsi alla creatività intesa come combinazione tra conoscenza, competenza ed estro umano.

In questa prospettiva il pensiero e l’azione non dovrebbero essere seriali, standardizzati. Per tale motivo i corsisti ed alcuni docenti del Master hanno incontrato dei qualificati rappresentanti del mondo imprenditoriale digitale e non che potessero evidenziare il tema in oggetto nelle sue differenti sfaccettature. In questa occasione, inoltre, la didattica è stata basata sull’apprendimento attraverso dei casi concreti. Il workshop è stato preceduto da un percorso guidato e sensoriale al  Mercato Centrale Roma che è stato tenuto dalla Responsabile marketing Simona Sacco e dalla Responsabile eventi Flavia Torella.

Durante tale visita è stata sottolineata la struttura quale innovativo luogo pubblico d’incontro, con un concept che presenta elementi di novità rispetto ad analoghe strutture della Capitale. Queste ultime ripartiscono  i box delle botteghe secondo un dedalo ben preciso. Nel caso del Mercato Centrale Roma gli spazi sono invece suddivisi in base ad uno schema che richiama quello dell’open innovation, ovvero sono aperti, senza muri divisori, per cui con un colpo d’occhio sono visibili la piacevole ricchezza e varietà delle botteghe. In esse la tradizione enogastronomica del territorio si attualizza con il valore delle variazioni personali degli artigiani,  la selezione delle materie prime, la maestria nella preparazione e presentazione dei cibi. Nel corso della visita sono state particolarmente apprezzate le degustazioni della macelleria Sabigni di tagliata di fasona piemontese e roast-beef di chianina, oltre alle arancine siciliane di Carmelo Pannocchietti.

Successivamente si è tenuto il workshop al secondo piano dell’edificio denominato “Spazio fare”, che è stata la location sia di eventi di cultura, sia di player con un respiro mondiale quali IngDan Italia, la filiale italiana della più importante piattaforma cinese per l’ Internet of Thing; la presentazione del sistema Paese di Ambasciate nell’ambito della manifestazione “Festival della Diplomazia”. I qualificati relatori del workshop sono stati: Andrea Dal Piaz, già Chief Operating Officer di Startupbootcamp FoodTech (il primo acceleratore globale ed indipendente dedicato al foodtech), e che ora riveste l’ incarico di Responsabile Operativo in Dock3, il nuovo programma di incubazione dell’Università Roma Tre; Michele Longo BDO e founder  della startup Powahome; Antonio Calia, CEO e founder della startup Manet; Gloria Arditi, socio fondatore e membro del consiglio direttivo di LoveItaly.

Scendendo nel dettaglio Powahome, attraverso un’app intuitiva, permette di controllare luci, prese, ed avvolgibili direttamente dal proprio smartphone, anche da remoto. Questa startup ha vinto il Wind Startup Award e la seconda edizione del Klimahouse Startup Award. Manet è una startup B2B che sviluppa soluzioni software mobile e web-based per la prestazione di servizi innovativi nell’ambito turistico e alberghiero ed ha recentemente ricevuto un finanziamento particolarmente elevato di un milione e settecentomila euro per espandersi all’estero.

Entrambe le startup sono nel portafoglio della LUISS ENLABS, uno degli acceleratori più importanti a livello europeo e con collegamenti ai network tecnologici globali. Durante il workshop ha offerto un qualificato contributo il Presidente della LVenture Group (che è tra i più importanti operatori di Seed Venture Capital quotati a livello internazionale) e Vicepresidente di LoveItaly  Stefano Pighini. Quest’ultimo ed il Chief Operating Officer della LVenture Group Giovanni Gazzola, partecipante all’evento, sono tra i top manager italiani nell’ecosistema dell’innovazione. Dagli interventi dei relatori sono emerse numerose ed interessanti considerazioni.

In primo luogo, è stata presentata la terza edizione del Data Driven Innovation, la più grande conferenza italiana sul mondo dei dati e sull’innovazione, che l’Università Roma Tre organizza in collaborazione con Maker Faire Rome e Innova Camera. L’evento si terrà il 18 e 19 maggio seguendo un approccio trasversale tecnologico – applicativo da parte dell’Ateneo, con il fine di analizzare ed approfondire gli effetti dei big data soprattutto nella vita quotidiana. In tale manifestazione sono di particolare interesse le nuove iniziative per startup ed open innovation che l’Università Roma Tre realizzerà. Infatti, verrà data agli studenti l’opportunità di sviluppare in un pre-acceleratore la propria idea imprenditoriale, seguiti da mentor di primo livello dell’ecosistema digitale.

Tra le collaborazioni del progetto dell’Ateneo si cita la Bridgestone Digital Garage, un incubatore digitale volto a sviluppare applicazioni e tecnologie digitali e che è il riferimento per l’Europa della multinazionale leader in riferimento ai pneumatici. Nella linea precedentemente descritta sono state svolte dai relatori attente e qualificate riflessioni. Tra di esse si ricorda che vi è una diffusa convinzione che alcune delle più importanti trasformazioni nell’offerta di servizi e prodotti siano il risultato dell’attività di un ristretto numero di protagonisti digitali. Attraverso un’analisi più approfondita ci si può invece rendere conto che molte delle novità tecnologiche sono il frutto di una sperimentazione attuata da startupper collegati ad un ecosistema che le supporta.

Tale lavoro condiviso genera un cambiamento dal basso nella modalità di costituzione ed operatività dell’attività imprenditoriale. I casi selezionati hanno evidenziato sia questo processo bottom up unito ad una cultura manageriale di successo e positiva; sia come tali iniziative imprenditoriali siano in grado di soddisfare con la creatività i bisogni dei mercati di riferimento. Inoltre, accanto alla propria esperienza di startupper di successo, è stata fornita una dimostrazione di comunicazione qualificata ed efficace attraverso due esempi di pitch delle startup nel corso degli Investor Day con un linguaggio chiaro e tecnico.

Un secondo schema di riferimento del workshop è stato il profondo cambiamento nelle modalità di finanziamento del restauro museale con riflessi sul turismo e la valorizzazione del nostro patrimonio artistico. L’esempio paradigmatico esaminato è stato il “mecenatismo 2.0” dell’organizzazione non profit “LoveItaly”, un progetto speciale della LUISS ENLABS, che ha il fine della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale italiano. In particolare è stato illustrato il suo progetto di recupero del simbolo della storia e cultura di Capri: il Chiostro Piccolo della Certosa di San Giacomo. Questa costruzione è uno dei gioielli del polo museale della Campania. Al workshop è stata presente anche Victoria Eriks, qualificata e dinamica animatrice internazionale dei progetti di LoveItaly.

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